CECCO: caro Beppe, manchiamo qualche colpo.
BEPPE: sono desolato ma queste scadenze… senza più una scadenza precisa mi confondono. Dovremo cercare di essere più attenti, altrimenti ci butteranno fuori.
CECCO: beh, capita anche a Del Piero di essere praticamente buttato fuori… Bella riconoscenza!
BEPPE: ma noi qualcosa più di Del Piero l'abbiamo fatta… E soprattuttol'abbiamo detta! Ma soprattutto cerchiamo di essere sempre precisi e puntuali. Ripeti con me: precisi e puntuali.
CECCO: precisi e puntuali! 
BEPPE: perfetto! Quando c'è la convinzione c'è tutto, lo sai.
CECCO: Varese e Cimberio sono convinti?
BEPPE: bella domanda. 
CECCO: li vedo così altalenanti, discontinui, incostanti, anche se una spiegazione c'è e mi pare anche facile: squadre nuove e non di eccelsa qualità.
BEPPE: in effetti anche a me pare che ci siano dei singolari punti di contatto tra queste due realtà, punti di contatto che nella scorsa stagione (a dispetto del fatto che entrambi siano arrivati ai playoff) non riscontravo.
CECCO: ad esempio?
BEPPE: proprio quello che hai detto tu: una certa incostanza che è il chiaro frutto di una realtà ancora in formazione, che deve compattarsi, trovare un insieme. Per di più la Cimberio ha un punto di forza e di debolezza insieme che è il tiro da tre punti: quando funziona (vedi contro Montegranaro) è un'arma letale, quando non funziona sono guai (vedi tre quarti di partita contro Casale Monferrato).
CECCO: in effetti a decidere contro Casale sono state quelle tre triple consecutive nell'ultimo quarto… ma tre triple in fila stenderebbero chiunque.
BEPPE: infatti. Ma se non fossero entrate? O se ne fosse entrata una soltanto su tre, in perfetta media con il 32 per cento di realizzazione dei primi tre quarti?
CECCO: si sarebbe arrivati punto a punto sino alla fine…
BEPPE: esatto. E allora vedi che viene confermata la solita mia teoria (ma non solo mia) della necessità di un pivot di un certo valore, al di là delle doti di Talts che come lungo di ricambio a me piace parecchio, e del solito Fajardo, che è un gran bel giocatore. Bisogna diversificare, dentro e fuori, fuori e dentro, in particolare se l'arma più importante è il tiro da fuori, che può entrare o non entrare. 
CECCO: impossibile pensare di poter essere accontentato in questa stagione.
BEPPE: ma non ci penso neppure! Però siamo sempre alla ABC della pallacanestro, anzi della palla al cesto, come si diceva nel neolitico, quando tra l'altro il tiro da tre punti non esisteva ancora. 
CECCO: adesso calcio! Che mi dici del Varese “maranizzato”?
BEPPE: che è un bel Varese che però deve lavorare ancora molto sodo.
CECCO: anche tu con questi stereotipi… Tutti devono lavorare, che ragionamento…
BEPPE: ci sono tante cose ovvie e scontate che malgrado la loro ovvietà e il fatto che siano scontate sono anche vere. Se non t'impegni, se non ci dai dentro, resti ai margini e il calcio oggi è così, perché c'è una concorrenza paurosa. Lascia perdere i fenomeni, i Messi, i Cristiano Ronaldo, gli Ibrahimovic: anche in serie A ci sono un sacco di giocatori di medio calibro ai quali basterebbe un nonnulla per vedersi estromessi. E via via che si scende (serie B, Prima divisione, Seconda divisione…) la cosa è sempre più evidente, perché parliamo di una piramide. In cima ci sono i fenomeni, pochissimi, via via che si scende la base s'allarga sempre di più. E allora chi s'impegna di più magari riesce a compensare la qualità inferiore che gli ha donato madre natura a livello fisico o di talento.
CECCO: va beh, posso anche essere d'accordo. Ma il Varese?
BEPPE: hai visto il Gubbio contro il Torino? Bene, spiegami come si fa a essere profeti in un campionato come questo… 
CECCO: prima o poi anche il Torino avrebbe dovuto perdere una partita, sono quelle leggi non scritte…
BEPPE: sì, ma magari non sul campo del Gubbio… Ci sono equilibri fragilissimi, i gol scaturiscono soprattutto dai calci piazzati, corner o punizioni, ecco perché ti dicevo che comunque bisogna lavorare per essere sempre all'altezza. Comunque sul Varese ti dico la mia.
CECCO: oh, sono tutt'orecchie.
BEPPE: la squadra è discreta ma il blocco non è forte come nello scorso campionato, anche se certe individualità non sono da meno rispetto a tanta gente che se n'è andata. Però oggettivamente un Pisano non c'è e un Ebagua non c'è, soprattutto dal punto di vista fisico-atletico. Dunque: o la squadra va in campo assatanata, un po' come nel secondo tempo con il Padova o con il  Sassuolo, oppure saranno sempre partite a rischio. A decidere, più che tecnica o tattica (che avranno sempre la loro importanza) sarà questo aspetto.
CECCO: pubblico un po' in calo, mi spiace.
BEPPE: lo scorso anno c'era stata una specie di sbornia collettiva. Io in certe previsioni ci azzecco quasi sempre (modestamente) e lo scorso anno avevo previsto poco più di duemila abbonamenti. Alla fine erano stati 2500 e quest'anno siamo rientrati nella norma.
CECCO: però l'anno scorso, oltre agli abbonati, c'erano stati anche moltissimi paganti.
BEPPE: vero. Però considera anche che l'anno scorso il campionato s'era iniziato con molto “gas” a causa del calendario. Come ricorderai, nelle prime giornate il Varese giocò in casa con Atalanta, Empoli, Livorno… Magari i risultati non furono eccezionali, nel senso che il Varese non vinse quelle partite, ma la curiosità fu tanta dopo i molti anni di digiuno di serie B. Poi, da gennaio in poi, con il Varese sempre più in alto in classifica e con la bella stagione, il pubblico è ritornato in massa.
CECCO: ho sentito che la campagna abbonamenti potrebbe essere di nuovo aperta a gennaio.
BEPPE: secondo me sarebbe una cosa intelligente, anche se bisognerà valutare la situazione della squadra. Avrebbe senso se il Varese fosse in una posizione almeno discreta di classifica e con qualche prospettiva di salire ulteriormente. Altrimenti si abbonerebbero in dieci.
CECCO: scusa ma vorrei chiudere con una nota allegra…
BEPPE: il Varese non lo è?
CECCO: al contrario, credo lo sia. Ma questa è un'allegria diversa. Ho letto che Mark Cavendish, il campione del mondo di ciclismo, diventerà padre.
BEPPE: allegria!
CECCO: ma la cosa simpatica è che il pargoletto sarebbe stato concepito al Tour de France, sfatando un po' il mito del corridore costretto al digiuno.
BEPPE: la notizia sarebbe ancor più sfiziosa se Cavendish e signora rivelassero alla vigilia di quale tappa il bimbo è stato procreato. E sarebbe bello sapere che Cavendish il giorno dopo ha vinto (visto che di tappe ne ha conquistate cinque). Ma credo che questo non lo sapremo mai…
CECCO: abbiamo fatto tardi, alla prossima?
BEPPE: puntuali alla prossima!

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