Pina: Ciao Gina, ci si avvicina al voto.
Gina: Ciao Pina. Ne abbiamo già parlato concludendo con un bel “macchissenefrega”!
Pina: si lo so, nei nostri due paesi non si vota ma viviamo di più a Varese che a casa nostra. In qualche modo siamo ugualmente della partita.
Gina: e va bè, giochiamo!
Pina: prima cosa. Ma quanto costano tutti quei manifesti con i faccioni sorridenti che stanno ricoprendo metri quadri di tabelloni?
Gina: spero almeno quanto quelli delle normali campagne pubblicitaria. Io invece farei un’altra domanda: “ i manifesti, chi li paga?
Pina: tranquilla. Per quel che ne so io i soldi li tirano fuori di tasca loro e da tasche amiche.
Gina: sperem. Ho visto programmi e slogan: famiglia, ambiente e sport. Che fantasia! Le stesse cose che sentivo dire quando alla Schiranna si faceva ancora il bagno…
Pina: partiamo dalla famiglia.
Gina: ecco, appunto. Penso si riferiscano agli aiuti destinati ai più bisognosi. Il problema è che hai mai sentito parlare di sociale nei consigli comunali. Proposte, progetti, segnalazioni. Non sono una fedelissima delle serate a Palazzo Estense ma a me non è mai capitato. E quindi: chi decide di aiutare chi?
Pina: ambiente.
Gina: senza sputare su quella che tutto sommato possiamo ancora chiamare “Città Giardino”, lavoretti da fare ce ne sarebbero.
Pina: e con che soldi?
Gina: manca solo che li chiedano a me! Quando vogliono, a far saltar fuori i soldi sono capaci eccome.
Pina: sport.
Gina: distinguiamo. Professionisti o attività motoria? Io dico che per le briciole destinate al Varese e alla Cimberio si potrebbe pensare di destinare i rispettivi contributi ad altri lasciando alle Società “prof” la gestione di palazzetto e stadio. La situazione dello sport di base è invece una tragedia. Strutture pubbliche scarse e fatiscenti. Educazione e cultura sportiva di chi le utilizza meno di zero. Io asfalterei tutto. Più parcheggi per tutti e buonanotte!
Pina: non ci casco. La tua è solo una provocazione. So benissimo che tu chiuderesti il centro città anche di notte.
Gina: brava! Macchine fuori dal centro storico. Zona pedonale dalle stazioni a dopo il Comune. Così i bambini giocano per strada, l’attività motoria se la fanno da soli e le mamme non entrano nelle scuole in macchina. Entrare nelle scuole guidando è il sogno dei genitori d’oggi. A breve chiederanno di arrivare fino al banco. Per guardare avanti, torniamo al passato. Ognuno al suo posto rispettando ruoli e regole
Pina: mamma mia che livello. Siamo cresciuto di bestia! Una volta parlavamo di punto croce e uomini. Oggi stiamo dispensando valori…
Gina: …che non ci sono più. Proprio cinquant’anni fa un certo Kennedy disse agli americani: “prima di chiedere cosa può fare il nostro Paese per noi dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi per il nostro Paese”.
Pina: e gli americani?
Gina: …l’hanno pianto al funerale…
Pina: ecco, appunto
Gina: andiamo sul leggero. Ti hanno visto allo stadio di Modena che dormivi…
Pina: vero. A mezzogiorno ho messo da parte colesterolo e calcoli tuffandomi nell’impasto del lardo e nello stracchino. E poi gli agnolotti, la pasta e poi il primo tempo di Sassuolo-Varese con un bel sole…la siesta è venuta di conseguenza.
Gina: belle figure mi fai fare…
Pina: ascolta. Io ho una certa età e mi sono svegliata quando le due squadre in campo hanno iniziato a giocare. Mi sembra invece che qualcuno in campo abbia dormito tutto il tempo.
Gina: uella! Criticona velenosa! Mò non mi dirai che sei diventata anche tu una fantocciona da bar sport?
Pina: ma va là. Chiacchiere in libertà e viva tutti!
Gina: un basìn e buona Pasqua a te e al Beppe.
Pina: due basìn. Uno per te e l’altro per il Cecco.
Gina/Pina: e naturalmente a tutta le redazione di Varese Sport e a tutti i nostri lettori.