La breve corsa a tappe italiana si concluderà, infatti, solo due settimane prima della gara valida per l'assegnazione del titolo di Campione del Mondo. A tale proposito l'ex iridata afferma: “Il Giro di Padania è una cinque giorni “su misura” per coloro che vorranno rifinire la condizione in vista della rassegna iridata. Dal Piemonte al Veneto, i velocisti, i passisti e gli scalatori più in forma del momento troveranno lo spazio e il terreno per mettersi in luce e togliere gli ultimi dubbi ai loro tecnici nazionali in vista del Campionato del Mondo. Per esperienza diretta so che gli appuntamenti che anticipano i mondiali tendono sempre a “alzare la febbre“, triplicando l'interesse di tutte le componenti: dai corridori impegnati ad aumentare le proprie quotazioni, ai media, al pubblico, tutto a favore dello spettacolo”. In conclusione una considerazione e una nuova sfida: “Per concludere, mi sento di rivolgermi a chi fosse scettico sulla nascita del Giro di Padania, affermando che le corse che sbocciano, non tolgono niente al movimento ciclistico internazionale, ma anzi lo arricchiscono. Magari nascesse un Giro di Padania al femminile un giorno!“
Edita Pucinskaite, dai pedali ai microfoni
Del team degli organizzatori del Giro di Padania per professionisti, in programma dal 6 a 10 settembre, fa parte anche Edita Pucinskaite. La campionessa del pedale, unica donna al mondo ad aver conquistato il titolo di Campionessa del Mondo, la vittoria nel Tour de France e nel Giro d'Italia, una volta scesa di sella ha incrementato la sua attività giornalistica e durante il Giro di Padania commenterà la manifestazione al fianco di Alessandro Brambilla. Edita commenta così la nuova gara professionistica che quest'anno è alla prima edizione: “Il Giro di Padania secondo me è corto ed equilibrato, efficace e indicativo, diventerà indubbiamente una consistente vetrina premondiale per i professionisti di ogni nazionalità presenti al via. La trovo una ideale alternativa per chi non digerisce le interminabili scalate della Vuelta di Spagna, e non ama ritirarsi dopo una o due delle tre faticose settimane spagnole. Cosa tra l'altro molto antipatica sia per gli sportivi sia per gli organizzatori, ma cerca comunque, a fine stagione, qualcosa di breve e intenso che possa permettergli di trovare il colpo di pedale giusto da tenersi stretto fino ai mondiali di Copenhagen“.