Arrivato sabato sera all'aeroporto della Malpensa, dopo la sconfitta contro il russo Shafirov, seppur amareggiato, Giuseppe Lauri ha saputo spiegare con lucidità la sua prestazione. “Ero stanco – ha esordito il pugile – , ora devo riposare e pensare al mio futuro, anche se immediatamente dopo la prova negativa di sotto alle mie possibilità volevo lasciare, ma devo capire il perché di una prova negativa, non partivano i colpi, mancavo di cattiveria, lode al vincitore, ma sicuramente inferiore ad Hatton, Witter, Bami e Mccloskey. Se avessi avuto la testa ed il fisico dell'incontro con l'irlandese avrei sicuramente portato a casa il titolo”.
In palio c'era infatti il titolo europeo dei superleggeri, ma anche il papà e allenatore analizza la brutta finale: “La lunga preparazione, la difficoltà a rientrare al limite di peso, hanno piegato Giuseppe, che si è trovato privo di forze e senza energie. Ho visto mio figlio al 20% delle sue possibilità, non cerchiamo alibi alla sconfitta, ma chi conosce Giuseppe non lo ha riconosciuto contro un pur forte e potente Shafikov, che reputo inferiore a molti avversari incontrati da mio figlio. Ritengo che ormai, per poter continuare Giuseppe deve assolutamente passare alla categoria dei welter, poiché troppi sacrifici debilitano il suo fisico”. 
A Giuseppe Lauri, in ogni caso, non è mancato il sostegno e l'incoraggiamento di amici e tifosi. Nel salutarli il pugile varesino ha fatto loro una promessa: “Ritornerò”. 

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