CECCO: Beppe, qui pare che ogni partita sia l'ultima spiaggia…
BEPPE: a ben guardare, è proprio così. Poi si tratta di capire qual è il traguardo stagionale: per qualcuno è la salvezza, per altri è stare fuori dai playout, per altri ancora è stare tranquilli a metà classifica, poi ci sono quelli che mirano ai playoff e alla promozione. 
CECCO: e ogni partita è l'ultima spiaggia per centrare questi obiettivi… Ma non è presto per capire quale sia l'obiettivo che si insegue?
BEPPE: prendiamo il Varese: per che cosa corre? Io dico che adesso deve correre per salvarsi, dunque per stare fuori dai premi. E se non vince venerdì sera con il Sassuolo, alla vigilia di due consecutive trasferte, le cose si complicano subito…
CECCO: senza pensare al passato, allo scorso campionato, spassionatamente, come valuti questo inizio di stagione del Varese?
BEPPE: spassionatamente è difficile… Direi che è stato in linea con le mie personali aspettative: sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà, speravo in qualche golletto in più che avrebbe sicuramente cambiato le attuali prospettive. Ma non sono pessimista, anche se sono convinto che si faticherà per stare in posizioni tranquille, anche se a livello individuale questa squadra ha buona qualità. Ma si sa che la qualità individuale non basta.
CECCO: che cosa serve in aggiunta?
BEPPE: due cose, a mio parere. La prima è che si formi un gruppo che funzioni, cioè che armonizzi, in spogliatoio prima ancora che in campo. La seconda è che l'allenatore riesca a capire come sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione.
CECCO: e Carbone lo ha capito?
BEPPE: lo sapremo tra qualche tempo, per ora non si può dire.
CECCO: una parola sulla Cimberio, il campionato si avvicina…
BEPPE: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa: non l'ho ancora vista, dunque direi delle sciocchezze. Mi astengo. Ma, non so perché, le sensazioni non sono positive. Ripeto, è una sensazione, dettata da non so che, visto che la squadra non l'ho vista. Penso dettata da Giuseppe Sciascia e Francesco Caielli, quelli che ci informano attraverso i giornali. 
CECCO: è stato un settembre pazzesco per lo sport italiano: la Nazionale di basket subito fuori dagli Europei malgrado la presenza di tre giocatori di grande valore, gli azzurri dell'atletica leggera con una sola medaglia di bronzo ai Mondiali, ai Mondiali di ciclismo l'invenzione della Bronzini, altrimenti si stava a digiuno. Se vogliamo aggiungere lo sciopero del calcio…
BEPPE: quelle di basket, atletica leggera e ciclismo mi pare siano situazioni diverse. L'atletica leggera non ha santi in paradiso a livello scolastico, dove l'ora di ginnastica viene snobbata in maniera vergognosa mentre è dalla scuola che dovrebbero nascere gli atleti del futuro, senza prendere esempio dalla Germania Est dei tempi… di piombo . Non dimentichiamo che l'unica medaglia l'ha vinta una atleta di 33 anni che è un po' un fenomeno, visto che se venisse preso in considerazione il rapporto tra statura e misura saltata la De Martino sarebbe non campionessa ma supercampionessa del mondo. A Varese il professor Bruno Pinzin per molti anni ha fatto opera di reclutamento nella sua scuola, anche se da qui non sono magari usciti atleti o atlete di valore internazionale. Però Pizzolato e Farfaletti sono diventati astisti a livello nazionale (bravo il professor Pilori, grande maestro della specialità). Ci vuole l'impegno dei professori di educazione fisica, ci vogliono più strutture a disposizione della scuola, ci vogliono più mezzi e più buona volontà.
CECCO: e il basket?
BEPPE: mors tua, vita mea. La morte è quella della Nazionale, la vita è quella delle società, che snobbano i settori giovanili preferendo far giocare atleti comunitari e non già formati. Non so fino a che punto il discorso sia valido, perchè la Nazionale, in tutti gli sport, è sempre un grande traino per l'attività nazionale del club, dunque, a mio parere, i club che non fanno con impegno attività giovanile si tagliano un po' i cosiddetti… Poi non so se Pianigiani abbia fatto bene o male. Ne parlavamo già l'altra volta, o sbaglio? Una Nazionale, una squadra senza un valido asse playmaker-pivot non può funzionare.
CECCO: e il ciclismo?
BEPPE: discorso complesso, magari ci torniamo un'altra volta. Però il percorso del Mondiale oggettivamente non ci agevolava (parlo dei professionisti ma non solo), era davvero per velocisti e per squadre costruite per supportare i velocisti. Non a caso ha vinto la Gran Bretagna, che ha il miglior velocista e alcuni dei migliori passisti oggi su piazza. Ma poi ci sarebbe tutto il discorso giovanile… Un'altra volta.
CECCO: il calcio ha scioperato ma poi, finalmente, è sceso in campo…
BEPPE: ci mancava che non giocasse… Secondo me però c'è stata qualcosa di poco chiaro. I giocatori non avevano assolutamente detto no al pagamento della tassa di solidarietà (che peraltro in quel momento non era ancora certa, lo è stata solo successivamente) e il no delle società di fronte a un impegno già preso e secondo me non irrinunciabile come quello della gestione dei giocatori fuori rosa è stato un po' pretestuoso.
CECCO: sei d'accordo con Buffon che molto esplicitamente ha parlato del calcio come del mezzo utilizzato per far passare in secondo piano i reali problemi del Paese?
BEPPE: mah, io credo che quando uno si trova nel bel mezzo della crisi, cioè perde il lavoro, non c'è calcio che tenga che gli faccia dimenticare il contingente. Però, ripeto, per me dietro l'atteggiamento di così rigida chiusura delle società che alla fine ha determinato lo sciopero c'era qualcosa sotto. 
CECCO: vogliamo rendere omaggio, per la serie “buona la prima” a tutti i nostri amici che hanno esordito in serie A?
BEPPE: ma certo, bravissimi tutti. Mi ha fatto un po' ridere Mangia che alla vigilia dell'Inter, la prima per lui in panchina, ha dichiarato che quella partita era la più importante della sua carriera solo perché era la prossima… Ma dai, Mangia… A proposito di Mangia e mangiare, a me pare che abbiamo fatto piuttosto tardi con le nostre chiacchiere.
CECCO: bene bene, alla prossima?
BEPPE: ormai non ci possiamo tirare indietro: alla prossima! 

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