Con l'amichevole giocata a Solaro (Mi) con la Caronnese (risultato 0-1), la “Primavera” del Varese 1910 ha concluso la prima fase della preparazione estiva ad Acqui Terme. Le sedute di allenamento continuano oggi e domani a Travedona, prima del rompete le righe per il periodo di ferragosto. Il nuovo raduno scatterà martedì 16 agosto ad Albizzate, sede di allenamento per l'intera stagione. Nello staff tecnico biancorosso, oltre a quello di mister Tomasoni c'è quest'anno il gradito ritorno del preparatore dei portieri Ermes Berton.

“Si è proprio un ritorno a
casa il mio. Il secondo. Dopo tanti anni in giro per l'Italia e all'estero è
molto bello tornare nella società dove sono cresciuto calcisticamente negli
anni 70 fino ad affacciarmi alla prima squadra. Una ventina d'anni dopo tornai
come preparatore dei portieri, sempre nel settore giovanile, ritrovandomi anche
allora con Giorgio Scapini e Paolo Tomasoni”.

Nella tua carriera di allenatore hai trovato nei
giovani la passione per il calcio di Ermes Berton?

“Non posso che rispondere
si! Anzi ti dirò di più. Vedere tanti giovani come quelli che sto seguendo
adesso qui al Varese pieni di entusiasmo e speranza arrivo spesso a
commuovermi. Ecco perché ritengo il compito di un allenatore di settore
giovanile altamente gratificante e di grande responsabilità. Il nostro primo
dovere è quello di mettere a disposizione di questi ragazzi la nostra esperienza
tramutando in positivo tutte le potenzialità che la gioventù possiede
naturalmente.”

L'importanza del settore giovanile è più millantata
che messa in pratica. A garanzia del settore giovanile del Varese c'è un direttore
che conosci bene.

“Conosco bene Giorgio
Scapini e come ho già detto ho gà lavorato con lui anni fa. Quest'anno  ho ritrovato la stessa persona di
allora con più esperienza e la stessa passione. Preparato calcisticamente,
parla con i suoi collaboratori e li ascolta. Le continue riunioni con lo staff
sono la base ideale per far crescere un settore giovanile che ai miei tempi ha sfornato
gente come Calloni, Libera, Massimelli, De Lorentis, Ramella e l'anno scorso
una squadra “Primavera” che ha fatto parlare tutta Italia. Condivisione e confronto sono componenti ideali per fare crescere un
settore in grado ai miei tempi di produrre talenti come Calloni, Libera, Gorin,
Massimelli, Ramella, De Lorentis e l'anno scorso una “Primavera” che ha
meravigliato l'Italia intera”.

Tu nei sei innamorato ma, quanto sa essere pesante
e ingrato il ruolo del portiere?

“Dovessi rinascere non
avrei dubbi: vorrei fare il portiere. Certo, mi piacerebbe rivivere il ruolo
come l'ho vissuto io, con una filosofia da oratorio, spensieratezza e
divertimento. Oggi invece il calcio e di conseguenza il ruolo del portiere sono
molto cambiati. Hai detto bene tu, è un ruolo ingrato. Oltre al talento il
portiere di oggi che vuole crescere e migliorare fino a diventare un campione
deve avere carattere, personalità  e
quel che si dice pelo sullo stomaco.”

Stai recuperando un capitolo della storia del
calcio: portiere pazzo alla Castellini o tranquillo alla Zoff?

“Castellini tutta la vita!
Te lo dico perché sono convinto di non aver fatto carriera a causa del mio
carattere tranquillo, alla Zoff. Al Varese sto allenando tre ottimi ragazzi ma
nei pochi giorni del ritiro ho già visto che sono troppo buoni. Sarà mio dovere
insegnar loro una caratteristica che io non avevo: una sana cattiveria
agonistica. Una corazza necessaria quando al primo errore si ritroveranno soli
contro tutti.”

 

 

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