CECCO: caro Beppe, arriviamo un po' in ritardo ma vorrei scambiare due opinioni sulla serata organizzata da Roberto Bof la scorsa settimana al cinema Vela di Varese sullo sport disabile.
BEPPE: ormai è un cult. Anche se quella a cui abbiamo assistito (e per me è stata la prima volta) potrebbe essere stata l'ultima.
CECCO: proprio di questo ti volevo parlare, perché è una cosa che ho sentito anch'io: ma ti pare possibile che si possa dire basta a una cosa del genere, proprio adesso che è “diventata grande” e che se ne parla anche lontano da Varese?
BEPPE: sicuramente la Gina e la Pina, che col Bof hanno un legame speciale, ne sanno qualcosa più di noi. Però immagino quanto deve essere stancante mettere insieme e d'accordo tutte 'ste persone. Soprattutto credo che Bof sia stanco delle rotture di scatole che prima, durante e soprattutto dopo gli derivano da questo suo impegno eccezionale e disinteressato. Perché gli “scassa” non ci sono solo tra i cosiddetti normodotati ma anche tra i disabili. Sono uomini e donne anche loro, lo sai? E pare “scassino” anche loro.
CECCO: e il Bof si sarebbe scassato.
BEPPE: e il Bof si sarebbe proprio scassato. Poi magari tra qualche giorno ci ripenserà, come mi pare ci abbia già ripensato altre volte in passato. Ma adesso temo che l'intenzione sia questa.
CECCO: mi è piaciuta l'idea di quest'anno, il cambio di passo.
BEPPE: non sei l'unico a cui è piaciuta, ho visto questa sottolineatura anche su qualche giornale che ha commentato la serata. Sì, l'idea del cambio di passo può essere abbastanza ampia ma, molto in generale, anche a me piace questo concetto: uno si sveglia una bella mattina e dice a se stesso di voler provare a cambiare marcia, ad aumentare la velocità (o, perché no?, anche a diminuirla), insomma a cambiare  qualcosa nei ritmi ma non solo nei ritmi della propria esistenza. Trovo anch'io che sia bellissimo: è quanto meno un invito a guardare a se stessi, alla propria esistenza e a fare qualche considerazione. E infine a decidere qualcosa.
CECCO: bella la serata ma l'idea che vengano celebrati i disabili che fanno sport non trovi sia comunque un po' ghettizzante?
BEPPE: non direi. Se l'obiettivo di fondo è parlare di questo argomento, far sapere che questa gente esiste, far sapere che cosa fanno questi ragazzi e che importanza hanno per loro e per le loro famiglie questa nuova vita, queste nuove prospettive, questi nuovi traguardi da inseguire nello sport, allora ben vengano cento di queste iniziative. Anche perché tutto ha un costo e far sapere che questi ragazzi svolgono delle attività sportive può aiutare nella ricerca dei fondi, non utili ma addirittura indispensabili. Pensa alla squadra di basket in carrozzina: per anni non se n'è più fatto niente per mancanza di quattrini e non si parlava di somme iperboliche.
CECCO: bene, auguriamoci che Roberto Bof sia sempre lì, al timone della barca. O speriamo che Sergio Gianoli e Stefano Zanini, gli altri due della Sestero (Se come Sergio, Ste come Stefano e Ro come Roberto), lo convincano a fa minga el stupid.
BEPPE: prima di indurlo a continuare a “delinquere”, credo che bisognerebbe ringraziare Roberto Bof per le nove edizioni di questa manifestazione: un grazie grande come una casa. Poi lo preghiamo di proseguire nel suo sforzo, cambiando di passo e adottando quello dell'oca, con cui può magari rifilare qualche pesciada nel sedere ai rompiballe.
CECCO: senti, ma il Varese deve farci sempre soffrire?
BEPPE: è un campionato così, non c'è partita già “scritta”. Un po' come quello di basket, altrettanto equilibrato. Con una differenza.
CECCO: vale a dire?
BEPPE: che la forza della Montepaschi mi pare nettamente superiore a quella del Torino. Sempre che Lavrinovic e Kaukenas non stiano fuori per mesi: sono due del quintetto base, mica uno scherzo.  Ma adesso credo sia l'ora dei saluti: sai che in certe situazioni dobbiamo essere più concisi.
CECCO: mi sta benone, l'importante è trovarsi e chiacchierare. E l'abbiamo fatto. Alla prossima?
BEPPE: non si scappa, alla prossima.

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