Pina: Ciao Gina, rieccoci qua.
Gina: Ciao Pina.Che bel sorriso!
Pina: ma si dai. Con l’aria che tira dobbiamo essere un pò tutti più positivi altrimenti è grigia.
Gina: oh là! Cosa ti è successo?
Pina: come, “cosa ti è successo?”, ma dove vivi? Giornali e tv li guardi o leggi solo della Belen e della Canalis?
Gina: ho capito cosa intendi. E quindi? Siamo due collaboratrici di “Varese Sport” mica editorialiste del Corriere. Facciamo la nostra bella chiacchierata e buona notte. Non vorrai mica che quei due o tre che ci preferiscono ai nostri mariti Cecco e Beppe si ritrovino a leggere uno dei tanti pistolotti che riempiono i giornali “seri”.
Pina: questa del giornale serio gliela spieghi tu al duo Sunrise.
Gina: cià dai, cambiamo musica. Nei due partitoni di settimana scorsa tanta gente, due vittorie…
Pina: …e una valanga di polizia, strade chiuse, percorsi obbligati. Proprio una bella festa dello sport! Se sul campo le cose vanno bene la gente digerisce anche i sassi. Se ci fanno fare due passi in più per togliere un pò di traffico, apriti cielo! Se invece vediamo stravolgere un quartiere per dieci idioti che amano trascorrere i sabati e le domeniche insultando e prendendosi a legnate, quasi non ce ne accorgiamo. Se poi si vince, ma chi se ne frega! Poveri noi…
Gina: concedimi una battuta: almeno tutti i soldi spesi per le gabbie sono serviti a qualcosa.
Pina: nelle gabbie ci stanno solo gli animali, spesso a sproposito. Ci siamo ridotti a leggere un plauso al questore perché autorizza la presenza di tifosi che per ringraziarlo di tanta generosità spaccano, insultano e se non guardati a vista aggrediscono.
Gina: hai una ricetta?
Pina: ma no, per carità. Io sono ignorante. Non ho nemmeno finito le scuole elementari. Le soluzioni le devono trovare quelli che hanno studiato, occupano sedie e scrivanie di mogano e si spostano con le auto blu. Da ignorante, mi limito a ricordare una massima contadina che la mia nonna e tanti parroci di paese sfoderavano per chiudere battibecchi di cortile: “fino a quando non sarete capaci di stare insieme, ognuno a casa sua!”.
Gina: bastasse l’ognuno a casa sua…qui si menano anche tra amici. Ci sarà pure un sistema.
Pina: il sistema sono le fiabe che dovremmo raccontare ai nostri nipoti ed a tutti i bambini sotto i tre anni. Una fiaba del tipo: “c’era una volta una casetta dove bisognava arrivare in orario altrimenti si trovava la porta chiusa. Chi arrivava in orario entrava in un locale dove trovava un signore o una signora che insegnavano come si rispetta il prossimo. Chi stava attento, l’anno successivo trovava posto in un altro locale con scritto sulla porta un numero in più dell’anno precedente. Gli altri restavano nello stesso locale fino a quando non capivano la lezione…”
Gina: eravamo in classe assieme e quindi anch’io non sono una gran mente ma, mi sembra di capire che stai parlando della scuola. E ne stai parlando al passato…
Pina: ah perché c’è ancora una cosa che si può chiamare scuola? Ma non vedi che su quei palazzoni o prefabbricati dove se le porte fossero più larghe i genitori porterebbero in macchina i bambini fino davanti al banco, la parola “scuola” è scomparsa? Sarà un caso? E se fosse inconsapevole vergogna?
Gina: oh Pina. Va che dalle prime nostre chiacchierate ne abbiamo fatta di strada. Anche il sig. Egisto, papà della Sunrise, ce ne darà merito. Siamo paesanotte ma qualche neurone che funziona ce l’abbiamo ancora.
Pina: hai toccato un altro bel tasto. Siamo cresciute anche perché ci ritagliamo questo spazio in cui ci scambiamo le nostre idee, le stupidate, i sogni. Guarda che spazi hanno i nostri nipotini e che cosa si scambiano. Chi ha anche solo il balcone è già un privilegiato. La condivisione di giochi tra bambini, di idee e sogni tra adolescenti, non lo vediamo nemmeno in tv.
Gina: tv, videogiochi, cellulari…
Pina: si ma non scaricare anche te le responsabilità sulla tecnologia. Tv, videogiochi e cellulari non hanno una vita propria. Siamo noi che ci facciamo sostituire dalla tv e dai video giochi. Dio benedica chi ha inventato il cellulare. Se mi perdo in un bosco, per chiedere aiuto, scambiare una parola con un parente lontano, è tutto più semplice rispetto ai nostri tempi. Il problema è che siamo arrivati a messaggiarci anche tra la mamma in cucina e il figlio in bagno.
Gina: senti Pina. Tutte cose sacrosante ma, al nostro solito livello non trovi niente di cui parlare?
Pina: ma si, torniamo pure al nostro orticello ma, se penso a cosa vanno incontro i nostri nipotini mi viene una tristezza…
Gina: pensa al ritorno alla vittoria della Cimberio o al Varese che vola sempre più in alto!
Pina: che culo!
Gina: oohhh, dai grandi temi al frasario grasso.
Pina: uè frasario grasso, va che l’ha detto Sannino a chi gli chiedeva del nuovo arrivato Concas. Arriva al lunedì, entra in campo al sabato e dopo un minuto la mette dentro. Il tempo passa e chiunque arriva a Varese viene baciato dagli Dei…
Gina: più o meno. A proposito di Dei, a quella postazione per i disabili che doveva essere pronta a novembre per evitare pioggia e gelo a chi frequenta il Franco Ossola in carrozzina devono pensarci Diana e soci?
Pina: assolutamente no. Ci ha già pensato la giunta comunale pregando che l’inverno passasse in fretta e sull’entusiasmo per le vittorie. Con il sole e il Varese là in alto a chi vuoi che interessi che quattro o cinque disabili guardano la partita a quadretti.
Gina: oh sta settimana non riesco proprio a farti divertire
Pina: sta volta va così. Basìn Gina.
Gina: basin Pina.