Mauro Milanese
uno e trino: un po' scultore, un po' cuoco, un po', in realtà molto più che un
po', sergente di ferro. A settanta giorni circa dal suo ingresso-ritorno nel
Varese 1910, il nuovo responsabile dell'area tecnica biancorossa è, come dicevo,
come quello scultore che si trova a plasmare una pietra quasi grezza, come quel
cuoco che deve preparare piatti sempre più invitanti aumentando la “fame” dei
suoi clienti, come quel sergente di ferro che deve spingere la sua truppa
sempre un passo avanti verso il “fronte”.

-Primo bilancio dei tre mestieri a due mesi dall'inizio dei
lavori?
Milanese, un duro se ce n'è uno, risponde: “Se mi guardo
indietro, se ripenso a cos'era il Varese agli inizi dello scorso luglio, se
torno con la mente alle tante cose fatte scorgo una situazione positiva ma –
puntualizza Mauro -, i tempi per stilare
un mini-bilancio sono certamente prematuri.
Vorrei prendermi un'altra
quindicina di giorni, aspettare le due prossime partite casalinghe (Livorno e
Albinoleffe ndr) per avere, dopo un
mese di campionato, un quadro più esaustivo. Non è, badate bene, un modo per
mettere le mani in avanti, ma semplicemente il tempo necessario, dovuto per
vedere all'opera, speriamo al completo, il gruppo che abbiamo allestito. Un gruppo che finora non ha potuto mettere
in mostra alcuni dei suoi pezzi pregiati: Terlizzi, Martinetti, Bressan
che
deve ancora conoscere meglio l'ambiente, Momentè che tra alti e bassi dovuti ai
problemi al ginocchio non si è ancora visto e diversi altri ragazzi che, per
ragioni diverse, non sono esattamente al top della condizione. Insomma: ho
motivo di credere che quello che si è apprezzato fino ad oggi non sia il
miglior Varese e che tempi più proficui debbano ancora arrivare. Però…”.

-Però?
“Però ho, anzi, abbiamo una certezza: la strada che abbiamo tracciato è quella
giusta
– risponde convinto e sereno Milanese -. Me lo dicono i risultati
prodotti, me lo fa intendere l'andamento delle partite giocate – sempre alla
pari, all'altezza delle aspettative e cariche di qualche rammarico -, la
gradevolezza delle nostre prestazioni e, soprattutto, la sensazione che la
squadra, sotto il profilo mentale e caratteriale sia già in sintonia con le
difficoltà proposte da un campionato duro come la serie cadetta. Certo, visto che
parlavo di strada è giusto sottolineare che siamo solo al principio di un
cammino molto lungo, ma sono sicuro che col sostegno del pubblico di Masnago e,
perché no, con quel pizzico di fortuna che finora ci è mancato, saremo in grado
di girare col segno 'più' il senso della stagione”.

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