Sono tanti gli sportivi varesini vincenti che riescono a contraddistinguersi fuori dalla “città giardino”. Tra questi troviamo anche il giovane Damiano Micheli, varesino di Besozzo, che dopo aver passato diverse stagioni nella squadra del proprio paese, il Verbano, si è trasferito a gennaio in una squadra del Friuli Venezia Giulia, il Kras Repen dell’allenatore ex Juventus Sergej Alejnikov, contribuendo non poco alla promozione diretta dall’Eccellenza alla Serie D, grazie ad uno splendido, quanto sudato, primo posto.
Come mai la decisione di lasciare il Verbano per trasferirti al Kras Repen?
“E’ stata una decisione dura – esordisce il giovane terzino classe ’87 – perché mi ero sempre trovato bene a Besozzo. L’ultimo anno, però, ho avuto dei problemi in squadra, con relative discussioni anche con la società e così mi sono trasferito”.
E come mai proprio in Friuli?
“Era una squadra che già conoscevo, perché l’avevamo affrontata l’anno prima con il Verbano e anche perché ci giocava già da un po’ il mio amico Davide Pizzini, anche lui ex rossonero; quando ho iniziato ad avere i problemi qui in Lombardia, loro si sono subito dimostrati interessati, volendomi fortemente. Così ho ceduto presto alle loro avances”.
Il campionato l’avete concluso in prima posizione; nonostante questo è stato combattuto fino all’ultima giornata…
“Esatto. Quando sono arrivato io, la squadra era quarta in classifica; partita dopo partita, però, abbiamo messo a segno diverse vittorie importanti che ci hanno catapultato nelle prime posizioni, anche se, dall’altra parte, altre sfide le abbiamo proprio buttate. All’ultima giornata, eravamo primi in classifica ad un solo punto dall’inseguitrice Fontafredda e, con una grande partita, siamo riusciti a pareggiare evitando gli spareggi dei playoff e conservando, quindi, la prima posizione”.
Qui in Lombardia molti giocatori dei campionati minori, tra cui il tuo ex compagno del Verbano Marco Magnani, “soffrono” la regola secondo la quale le società sono obbligate a mettere in campo dei giovani, a scapito di giocatori magari più meritevoli. Qual è il tuo pensiero? Anche tu hai rischiato di rimanere in panchina per questo?
“C’è stato un periodo in cui ho rischiato anche io di perdere il posto per questa regola che, secondo me è assolutamente esagerata; io, però, mi sono fatto sentire dalla società e, con un gran lavoro, alla fine ho dimostrato di meritarmi il posto da titolare sempre e comunque. Marco lo conosco bene, è un amico, e voglio che sappia che gli sono vicino e che non deve mollare mai. Anche qui in Friuli c’è questa regola, anche se, al contrario della Lombardia dove la regola prevede di far giocare 4 giovani, qui ne prevede solo 2; credo comunque sia giusta se si considera che così si incentiva i ragazzi, ma dall’altra, rischia di tarpare le ali a giocatori più meritevoli”.
Marco Gandini