Come nel famoso libro di Andrea Bocconi, Diego Fajardo, ala pivot della Cimberio Varese, mi regala un privilegio unico: quello di “Viaggiare e non partire”. In compagnia di Diego si sviluppa una chiacchierata che abbraccia gli ultimi quindici anni del nostro basket, ma soprattutto si dipana lungo gran parte dello stivale cestistico. Parole che si affastellano una sull'altra e mi offrono il privilegio di conoscere una grande e bella persona. Intendiamoci: interviste precedenti di carattere cestistico me lo avevano già fatto intuire, ma averne avuto la conferma è stato ugualmente gradevole.

Prima, ovviamente, argomentiamo di “pallacanestro d'attualità” e la settimana che coincide col turno di riposo dei varesini pare essere perfetta per analizzare il momento dei biancorossi.
Valuto in termini più che positivi la nostra stagione perché al PalaWhirlpool abbiamo raggiunto in fretta una buona regolarità che ci ha consentito costanza di risultati, mentre fuori casa abbiamo prodotto spesso partite all'altezza delle aspettative. Certo, forse dal punto di vista numerico abbiamo racimolato poco, ma il gruppo si è mostrato complessivamente solido, non ha mai “imbarcato” e, anzi, in diverse occasioni abbiamo lasciato i palazzetti avversari con abbondanti dosi di rammarico. Cosa ci è mancato? Difficile dirlo: qualche guizzo, in talune occasioni lucidità, in altre un briciolo di fortuna. Ma non sono uno che piange sul latte versato, né mi piace rimuginare sul passato. Quindi: le eventuali occasioni perse sono come capitoli chiusi, avanti i prossimi”.

Prova a snocciolare un argomento caldissimo: i playoff?
Lotta durissima, ma Varese ci sarà e starà “sul pezzo” fino alla fine della stagione. Sappiamo di poterci giocare tutte le carte e lavoreremo come matti per raggiungere il traguardo perché sappiamo di avere a disposizione il potenziale per riuscirci”.

Dopo il turno di riposo saranno cinquanta giorni alla massima velocità e tra voi e la post-season ci sarà, primo ostacolo, la Dinamo Sassari. Anche per te i sardi rappresentano una sorpresa?
Sì, la classifica parla chiaro e solo in loro favore. Apprezzo tantissimo quello che sta facendo il Banco sia dentro, sia fuori dal campo. E' una squadra ben costruita sia dal punto di vista tecnico, sia gerarchico. Hanno sette-otto giocatori di ottimo livello, ognuno sa benissimo cosa deve e cosa può fare ed i leader della squadra sono facilmente riconoscibili. Giocano una pallacanestro corale in attacco ma, quando conta, sanno stringere le maglie anche in difesa. Insomma Sassari sarà un avversario durissimo, ma se vogliamo tenere nel mirino i playoff non abbiamo altre scelte: conterà solo vincere”.

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