Pochi giorni a casa con allenamenti alla piscina di Moriggia a Gallarate reduce dall’ultimo raduno azzurro a Ostia e poi sull’aereo in volo per Londra. Il nuotatore paralimpico Fabrizio Sottile sta “mettendo in dima” la forma fisica in vista della sua prima avventura alle Paralimpiadi. A guidare da bordo vasca i ripassi dell’atleta ipovedente di Samarate fresco di tesseramento nelle Fiamme Gialle il tecnico della Busto Nuoto e del Team Insubrika Gianni Leoni.
Ma come si prepara un atleta paralimpico per l’appuntamento più importante?

“La differenza rispetto alle altre gare è solo il tempo di preparazione decisamente più lungo, in pratica dodici mesi – risponde Leoni – anche se per l’atleta che ha una gran voglia di gareggiare sono mesi che volano via abbastanza in fretta. Nel caso di Fabrizio è stato un anno impegnativo e senza sosta, fatta eccezione per pochi giorni, nei quali il “nostro eroe” si è ritagliato il tempo per superare con profitto pure l’esame di maturità”.
La tanta sospirata integrazione si sta completando ma i problemi tecnici non mancano. Mirando a portare a casa il risultato si è sottovalutato qualche aspetto. Su tutti la preparazione specifica dei tecnici che ancora si possono definire “adattati”.

“Al mondo paralimpico mi sono avvicinato per la prima volta nel 2008 alle Paralimpiadi di Pechino dove scoprii un livello per me impensabile fino a quel momento per atleti con disabilità. Vedendo delfinisti nuotare con un solo braccio sotto il minuto pensai subito quanto fossero bravi i loro tecnici. Da quando due anni fa iniziai a lavorare con Fabrizio mi convinsi che la strada giusta fosse quella di affidare ad ogni atleta un preparatore qualificato e specifico. Il fatto che Fabrizio e altri atleti paralimpici come ad esempio Federico Morlacchi siano arrivati in tempi relativamente brevi ai primi posti della classifiche mondiali non è un caso. Al tirar delle somme il tecnico professionista fa la differenza. Lo vedo praticamente ogni giorno spostandomi da una piscina all’altra. Giovani con potenziali enormi che fanno fatica a reggere il ritmo dei migliori e viceversa, meno talento ma più tecnica” All’estero usano questo metodo da anni e si vede. Noi in Italia, tanto per cambiare, corriamo in rimonta”.
Dopo tanti anni trascorsi principalmente all’insegna dell’importante è partecipare il movimento paralimpico è ormai votato al più esasperato agonismo con annesse conseguenze e i mal di pancia non mancano…

“I mal di pancia nascono quando non si ha chiaro cosa si vuol fare. Se si vuol essere considerato un atleta a tutti gli effetti come Fabrizio e gli altri azzurri non c’è spazio per giocare. Quando entra in gioco l’agonismo il divertimento diventa quello di vincere preparandosi con determinazione e serietà. Naturalmente sia benedetta l’attività ludica ma sono due cose distinte.”
Integrazione avanti tutta?

“Mah, sinceramente è un problema che non mi sono mai posto. Sarà perché sono in questo mondo da poco tempo. Io sono un tecnico e insegno a nuotare.  Non ho due metodi o due comportamenti a seconda dell’atleta che curo e alleno. Se c’è una differenza sta nel programmare e adattare l’attività a seconda della disabilità dell’atleta che mi ritrovo ad allenare”.
Sarai a Londra?

“Saranno le mie vacanze. Seguirò Fabrizio e la nazionale da spettatore sperando che mi facciano divertire. Per parlare dei ragazzi della nostra provincia Morlacchi si presenta a Londra con il secondo tempo mondiale. Fabrizio è potenzialmente a un passo dal podio con un carattere e una personalità tali da permettergli qualcosa in più. Ma in una manifestazione così importante le varianti e le componenti che determinano il risultato sono infinite. Personalmente la vivrò come un’ ulteriore occasione professionale per crescere”.
L’ormai definito “normodotato” Pistorius sarà al via anche nelle gare di atletica delle Paralimpiadi. Che ne pensi?

“Come dice una celebre pubblicità, si vede che gli piace vincere facile. Che dire? In un primo momento davo per scontato che corresse solo alle Olimpiadi. Quando ho saputo che non sarebbe stato così confesso che qualche perplessità in merito mi è venuta. Se serve per dare ancora più luce alle Paralimpiadi e di conseguenza al movimento dello sport per persone con disabilità va bene così”.
Oltre ad allenare Fabrizio Sottile sei nello staff tecnico della Busto Nuoto e del corposo Team Insubrika comprendente, oltre a Busto, le sezioni di Verbania, Varese, Sesto Calende, Tortona Gallarate e Caronno Pertusella. Con tutta sta gente miracolosamente insieme viene spontaneo chiedere: come va?

“Altrettanto spontaneamente ti rispondo: tutto bene grazie! Siamo un raro esempio di ottimo lavoro in rete. Con Fabrizio, Emanuele Parolin e  Martina Rebolini l’attività integrata è un dato di fatto e funziona benissimo. Quest’anno siamo stati premiati da risultati eccezionali sia a livello senior che con i più giovani e finiamo la stagione estiva in bellezza con atleti alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi. Occhio al finale con perla di saggezza: “la felicità è desiderare ciò che si ha”.

RB