Ci sarà ancora una volta una grande presenza di pubblico domenica alle 18:15 al PalaWhirlpool per Varese-Reggio Emilia; 1250 infatti sono stati i tagliandi staccati che vanno ad aggiungersi allo zoccolo duro degli oltre 2500 abbonati. Nonostante una leggera influenza abbia frenato durante la settimana Nicola Bertoglio (questo non ha permesso a coach Vitucci di eseguire in maniera limpida il 5 contro 5 in allenamento) il tecnico veneziano non avrà problemi di formazione.
“Affrontiamo la partita in maniera attenta. Sarà una gara diversa dalle altre per aspetti tecnici e mentali. Noi, però, abbiamo intenzione di continuare a tenere acceso l’entusiasmo che ci sta seguendo e supportando. Reggio Emilia viene da una striscia di risultati importanti; possiede un telaio importante al quale ha aggiunto innesti di alta qualità e di consistenza. E’ una delle squadre più in forma e che di conseguenza affrontiamo con enorme rispetto ed attenzione, facendo le cose con diligenza e cercando di migliorare tutti gli aspetti importanti, dal punto di vista offensivo e difensivo. Anche perché loro hanno mire e progetti non solo di sopravvivenza, ma anche di prospettiva”.
Ogni volta la preparazione alla gara è diversa alle altre. “Ogni partita è a se, perché dipende dagli avversari, e con ognuno bisogna studiare una tattica diversa. E’ bello affrontare ogni volta squadre differenti perché dal punto di vista mentale la squadra rimane sempre accesa e questo per noi è sempre uno stimolo. Difetti nostri? Siamo ancora in progress, come si dice, una squadra che cerca di migliorarsi partita dopo partita. Fin dal precampionato abbiamo cercato di variare gli incontri e gli avversari il più possibile, proprio per rimanere sempre attenti. Sono convinto che abbiamo ancora tanti margini di miglioramento perché i giocatori sono buoni e giovani; non sono d’accordo con il mio amico Mazzarino che ha detto che la Cimberio non migliorerà nel corso dell’anno. Lui è l’esempio vivente di come non si smetta mai di crescere: lui che sta mostrando le migliori cose ora piuttosto che da giovane”.

Marco Gandini