CECCO: sai Beppe, dopo l'ultimo week end non sapevo nemmeno io se ridere o piangere. Poi la Cimberio si è riscattata alla grande.

BEPPE: prima abbiamo riso e poi abbiamo pianto e di nuovo riso. Ma è normale quando si parla di sport: scusa, noi seguiamo soprattutto calcio e basket. Ebbene, anche il Torino, che è in testa alla classifica della serie B, ha fatto e fa ancora disperare. E Siena, siamo nel basket, si è fatta battere pochi giorni addietro e anche in settimana, come Milano. Se si vincesse sempre, non ci sarebbe nemmeno gusto.

CECCO: in effetti ricordo che quando l'Ignis dominava e si sapeva che, soprattutto in casa, avrebbe battuto comunque qualsiasi avversario, gente al palasport ce n'era meno di oggi.

BEPPE: è vero, si cominciava sapendo, nel 99 per cento dei casi, come sarebbe finita; ma c'era la possibilità di veder giocare campioni autentici, veri fuoriclasse a livello quanto meno europeo. Era qualcosa che andava al di là del risultato. Un esempio: hai la possibilità di veder giocare il Barcellona, con Messi e compagni, e che fai? Non ci vai perché sei certo che il Barça vincerà 3-0 o 5-0? No, ci vai perché è un piacere per gli occhi veder giocare Messi e compagnia cantante.

CECCO: a me pare incredibile che il fattore campo possa incidere ancora così tanto: la Cimberio ha vinto 7 partite in casa perdendone una sola e in trasferta ha fatto più o meno l'esatto contrario, vincendone una sola (peraltro come una squadra cadavere com'era Roma all'epoca) e perdendone 6. Non è possibile!

BEPPE: stupisce anche me ma è così. Eppure non è che lontano da Varese ci siano i tabelloni di legno, si giochi con il pallone di cuoio e in un impianto con la temperatura sotto zero. Il pubblico? Parliamo di giocatori professionisti che quando giocano badano esclusivamente a ciò che accade in quel rettangolo di trenta metri per quindici. Ripeto: inspiegabile.

CECCO: se lo è per te, figuriamoci per me. Ma non c'è nulla da fare?

BEPPE: non credo. Ci vorrebbero un paio di uomini “da scossa” ma per come è organizzata la Pallacanestro Varese, con il suo consorzio di soci benefattori, credo sia piuttosto difficile. Ho letto che il bilancio è quasi in pareggio ma andare sul mercato richiederebbe uno sforzo extra e non so se sarebbe giusto chiederlo ai soci, soprattutto ai più piccoli che si sono impegnati con entusiasmo ma magari anche con un po' di fatica.

CECCO: il consorzio allora è una “trappola”?

BEPPE: assolutamente no! Anch'io, in assenza del magnate (che a Varese non c'è più dopo il “ritiro” prima di Bulgheroni e poi di Castiglioni), non vedo altra soluzione ma quella del consorzio è una “macchina” da mettere a punto con calma e con pazienza. Al momento siamo solo agli inizi, bisogna dare ai soci l'impressione che tutto si svolge nella massima correttezza e senza sorprese, se non in positivo. I risultati sono importanti, perché nessuno ha piacere di perdere e i soci sono anche tifosi, però a mio parere in questo momento (considerando che i risultati non sono disastrosi e non si rischia la retrocessione) è più importante dare al gruppo il messaggio che si sta lavorando per il presente ma soprattutto per il futuro.

CECCO: la squadra non mi entusiasma ma non mi pare neppure scarsissima. Ed è a sei punti dalla testa della classifica!

BEPPE: infatti, basterebbe che al posto di questo Hurtt che un pochino mi ha stufato ci fosse un americano “vero”, capace non dico di segnare trenta punti ma almeno di difendere come Dio comanda. La rotazione Stipcevic-Rannikko-playguardia americano capace, con due di loro sempre in campo, produrrebbe grandi cose. E non ti dico se ci fosse anche un bel pivot.

CECCO: morale della favola.

BEPPE: morale della favola, o si va sul mercato, ma ci vogliono i soldini, o si sta tranquilli e si mette l'ennesima pietra sopra i playoff. Però pensando già alla prossima stagione, a un paio di giocatori giusti.

CECCO: il mio omonimo, il presidente Vescovi, si è pure tagliato lo stipendio del cinquanta per cento per pesare meno sui conti della società e del consorzio.

BEPPE: potrei fare qualche battuta acida, del tipo: “La Pallacanestro Varese gli ha dato tanti soldini quando giocava, ora Cecco può fare questo regalo alla società”. L'ho fatta, la battuta, ma so che Cecco non la merita: diciamo la verità, chi si taglia lo stipendio? Per giunta della metà. Un bel gesto, davvero, Cecco ha tutta la mia ammirazione e quella dei tifosi che magari neppure lo sanno, perché mi accorgo sempre più che poca gente legge i giornali.

CECCO: grande Varese, alla fine a Genova sono impazzito.

BEPPE: io invece ero su un divano a casa di amici, davanti alla tv, e al gol di Damonte siamo schizzati tutti in piedi. 

CECCO: diciamo la verità, la Sampdoria era poca, pochissima cosa ma il Varese ci ha esaltato.

BEPPE: analisi perfetta: avversario scarso ma alla fine la soddisfazione è stata grande.

CECCO: c'è Pettinari.

BEPPE: credo che non sia male, soprattutto avrà una grande voglia di giocare dopo questi sei mesi di sosta forzata. Ma del mercato dovremo parlare alla fine e sai che cosa ti dico: io spero che ci sia il minor numero di variazioni.

CECCO: Ardemagni non ci sarà, è andato al Modena.

BEPPE: a me piacciono le nostre punte, se Ardemagni non è arrivato, pazienza!

CECCO: addio a Carrozza?

BEPPE: mi spiacerebbe tanto, è stato uno degli artefici della grande scalata in serie B ma quest'anno, diciamo la verità, ha giocato bene poche partite. E' chiaro che vuole andare via, tentare l'avventura in serie A. Un traguardo legittimo per chi gioca a calcio. Ma Carrozza è un altro che al Varese dovrà essere grato per tutta la vita, non è solo il Varese a dovergli qualcosa che indubbiamente gli deve.

CECCO: e adesso?

BEPPE: e adesso c'è tutto il girone di ritorno, a cominciare da questa partita con il Bari che bisogna vincere a tutti i costi (un caro saluto a Claiton Dos Santos, che è davvero un bravo ragazzo). Io un po' di fiducia ce l'ho, anche perché (e qui azzardo una previsione) la Reggina andrà in un mucchio. Questo improvviso cambio di allenatore mi ha sconcertato e Gregucci a mio parere non è un fenomeno (uso un eufemismo).

CECCO: abbiamo appena visto la Sampdoria, non credi a una sua “guarigione”?

BEPPE: mi pare troppo “malata” per “guarire” e cavarsela, che vorrebbe poi dire rientrare nel giro dei playoff. No, ormai la stagione è compromessa, non resta che giocare sperando che non accadano altri guai.

CECCO: saliamo un attimino di livello: ho letto che Leonardo, in risposta a una pungente osservazione di Maradona sul suo conto (andando all'Inter avrebbe tradito il Milan), ha stilato una classifica dei tre migliori calciatori di sempre: primo Messi, secondo Pelè, terzo Maradona. Che mi dici?

BEPPE: che sono d'accordo. Capisco che Maradona non stia simpatico a molti, capisco che ormai Pelè sia praticamente sconosciuto, per ragioni anagrafiche alla maggior parte dei commentatori e dei tifosi, ma credo anch'io che Messi sia più forte dei due rivali di sempre. E per me Pelè è stato meglio di Maradona. Passo e chiudo.

CECCO: passo anch'io e chiudo anch'io: alla prossima?

BEPPE: per forza, alla prossima!

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