E come d’incanto, la piccola città di Varese si riscoprì…americana.
Sbarca ai piedi del Sacro Monte, dopo tanta attesa, il trentaduesimo Super Bowl, concentrato di festa ed energia per una città tipicamente virata verso i più classici basket e calcio; in un “Franco Ossola” per l’occasione “prestato” alla palla ovale, lo spettacolo è puro e genuino, con musica ed esibizioni di cheerleaders che riscaldano i quasi tremila appassionati e curiosi che non hanno voluto perdersi questa importante finale.
Elephants Catania contro Panthers Parma le due contendenti per il titolo di Campione d’Italia; un remake dell’ultimo atto di due anni fa quando, ad avere la meglio, furono gli emiliani, i quali si replicarono, poi, anche lo scorso anno. Ma sugli spalti la gara, seppur giocata fin dalle prime battute con grande intensità, è festa. Perché questo splendido sport non è solo gioco, ma anche e soprattutto divertimento in puro stile americano, come vuole la regola; leoni sul campo, amici fuori. Valori di rispetto e di fair play che nella “calcistica” Italia, troppo spesso, sono solo un’utopia.
E’ bello pensare che dopo questa giornata qualcosa cambierà; è bello pensare che lo spirito di questo sport rimarrà impresso tra le tribune del vecchio impianto di Varese e che proseguirà per tanto tempo ancora. Sogno? No, speranza.
Ma veniamo alla partita:
alla fine ad aggiudicarsi l’ampito titolo solo le Pantere che sbranano letteralmente gli Elefanti svoltando il match nel secondo parziale. Il primo quarto è sostanzialmente equilibrato e si chiude con il vantaggio della squadra catanese per 18-7. Nella seconda frazione però, sono i Panthers a fare meglio e a chiudere 31-12. Gli Elephants non si arrendono e il terzo tempo è sostanzialmente equilibrato. Nell’ultima frazione gli emiliani aumentano il distacco e conquistano il titolo di Campioni d’Italia per la terza volta consecutiva vincendo 61-43.

Marco Gandini
(foto di Gloria Sardella)