Arrivato in Italia dalla Costa D’Avorio, Moussa Kone ha vissuto gran parte della sua adolescenza a Bergamo, avvicinandosi al pallone con la maglia dell’Atalanta. Poi è arrivata l’indimenticabile esperienza con Zeman. Adesso l’inizio scoppiettante di stagione con la maglia biancorossa.
Due partite, due gol, due vittorie, tre in totale per il Varese. Ti aspettavi una partenza così?
“A livello personale no, però conoscevo bene le qualità del Varese già prima di arrivarvi. So che faremo bene migliorando piano piano. Non ci resta che seguire i consigli del mister e continuare su questa squadra. I gol possono anche non arrivare, il mio obbiettivo è di lavorare come sto facendo e di dare tutto per la squadra”.
È stato più emozionante il primo gol, arrivato al tuo esordio in biancorosso, o il secondo realizzato in extremis?
“Sicuramente il secondo perché è stato una vera e propria liberazione. Sofferto e voluto: era giusto andare a vincere la partita. Ero così contento che ho anche dimenticato la promessa a Nadarevic. Prima della partita ci eravamo accordati: se uno di noi avesse segnato avremmo dovuto fare un balletto particolare, invece me ne sono completamente scordato tanta era l’enfasi che avevo addosso. Mi dispiace che Nada si sia un po’ arrabbiato”.
Hai dato un segnale forte a mister Castori e alla società…
“Sono molto contento di questo. Perché voglio ripagare la fiducia che mi ha dimostrato la società. Il mister mi ha detto di continuare così e sarei estremamente felice di accontentarlo”.
L’Atalanta si sarà un po’ pentita di averti girato al Varese?
“Non lo so, ma non nego che se così fosse mi farebbe piacere. Io sono sereno, conosco le mie capacità e i miei limiti e sono convinto di aver fatto la scelta giusta, la migliore che potessi fare. Sapevo che non mi sarei pentito di venire qui”.
Che clima c’è negli spogliatoi dopo tre vittorie?
“In realtà siamo tranquilli come sempre. È importante non montarci la testa. Sappiamo che non dobbiamo mollare, né perdere la concentrazione”.
Parlando della tua carriera, come ti sei avvicinato al calcio?
“Come tutti i bambini la mia passione è cominciata da ragazzino. Ho iniziato nelle giovanili dell’Atalanta in cui ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile fino alla Primavera. Poi sono passato al Foggia con Zeman che mi ha voluto anche a Pescara”.
Come è stato lavorare con Zeman?
“Un’esperienza che mi ha arricchito molto. Mi ha insegnato tanto a livello tattico e tecnico. Con lui si lavorava duramente anche a livello fisico. Allenamenti senza tregua. Lo ringrazio perché è stata una persona importante nella mia vita”.
Vi sentite ancora?
“Siamo in contatto tramite Vincenzo Cangelosi che fa parte del suo staff. Mi hanno fatto i complimenti dopo i gol. Li ringrazio e guardo avanti: sono pronto ad imparare nuove cose da mister Castori”.
Parlando di te, come è stato il tuo arrivo in Italia?
“Avevo 12 anni e sono arrivato insieme a mio padre. Devo dire che mi sono subito integrato. Per me è stato molto facile crearmi nuovi amici soprattutto grazie all’oratorio che frequentavo in cui il parroco mi ha aiutato molto”.
L’impatto a Varese come è stato?
“Assolutamente positivo. Mi trovo molto bene e spero di farmi amare dal pubblico di Varese”.
Partita con il Bari, tue impressioni?
“Come tutte le gare non sarà per niente facile. La squadra è reduce da una vittoria, quindi è gasata come noi. Sarà una bella partita, loro saranno agguerriti, noi dobbiamo sfruttare il momento giusto e cercare di vincere”.
Elisa Cascioli