Il conto alla rovescia è cominciato. Sabato pomeriggio la Primavera di Paolo Tomasoni farà il suo esordio alle Final Eight che mettono in palio lo Scudetto di categoria. Gara secca contro la favoritissima Roma, campione in carica che nella scorsa edizione riuscì a vincere in rimonta ai supplementari proprio contro i biancorossi, allora guidati da Devis Mangia. Fischio d’inizio alle 16 al “Blasone” di Foligno. Se per il Varese si tratta della seconda finale nazionale consecutiva, il tecnico Tomasoni, giunto in panchina l’estate scorsa, ha già centrato diverse finali nazionali a livello giovanile: due con gli Allievi Nazionali e due con la formazione Berretti dell’Inter. La sua esperienza sarà quindi di indubbio aiuto ai ragazzi, i più giovani come media di età delle otto finaliste.
Mister, per il Varese si tratta di un risultato storico, impensabile alla vigilia del campionato. Di chi è il merito?
“Il nostro obbiettivo era quello di fare il meglio possibile con una squadra profondamente cambiata e ringiovanita. Il campionato è stato esaltante e credo che arrivare terzi nel nostro girone sia stato importantissimo. È stato difficile, ma tutti i campionati lo sono. Siamo riusciti a posizionarci dietro Inter e Milan, squadre blasonate e con ben altri budget. Il merito è di tutto lo staff, capace di mettere insieme una squadra giovanissima con tanti classe1994”.
Le squadre approdate alla Fase Finale (Varese, Milan, Inter, Juventus, Torino, Lazio, Roma e Palermo) sono a tuo avviso le migliori otto del campionato?
“Sicuramente sono quelle che hanno fatto meglio, ma aggiungerei anche il Chievo. L’eliminazione dei veronesi mi ha stupito molto, il Palermo, come il Varese, si è rivelato un avversario tosto. Noi abbiamo fatto l’impresa di eliminare un’ottima squadra, composta da validi elementi come la Fiorentina. Siamo stati bravi, ma gli avversari hanno avuto un girone di ritorno difficile, probabilmente su di loro hanno pesato le assenze di quei giocatori approdati in prima squadra”.
Le Final Eight sono state la culla di talenti dal calibro di Totti e Del Piero, senza dimenticare i più giovani come Marchisio, Balotelli, El Sharawy, ecc. Secondo te, attualmente c’è qualche ragazzo che potrà arrivare agli stessi livelli?
“Ho visto crescere Balotelli perché l’ho allenato nelle giovanili dell’Inter. Campioni di questo tipo ne nascono raramente, ma credo che sui campi di Serie A e Serie B ritroveremo sicuramente tanti giocatori giovani. In campo ci saranno le migliori squadre d’Italia con i migliori giocatori a livello nazionale che faranno carriera. Il campionissimi al momento non lo vedo, ma non perché non c’è, ma perché conosco poco i giovani a livello nazionale, posso parlare per quello che ho visto nel nostro girone”.
Sulla base dell’età, dell’esperienza e della tecnica, crede che i suoi ragazzi possano puntare allo Scudetto?
“Parlare di obbiettivo scudetto è forse esagerato. Noi puntiamo a fare il nostro meglio, ad andare più avanti possibile. Di certo non ci poniamo limiti, ma neanche obbiettivi da raggiungere. Affrontiamo la squadra che a detta di tutti è la più forte:la Roma è una delle pretendenti al titolo, ma di certo non staremo a guardare. L’impegno è gravoso, ma anche stimolante quindi sono sicuro che i ragazzi metteranno in campo anima e corpo”.
Oltre ai giocatori, il Campionato Primavera ha visto emergere anche tanti allenatori come Mangia e Stramaccioni. Ti sentiresti pronto ad allenare una prima squadra?
“Tempo fa feci la scelta di specializzarmi a livello giovanile. Misurarmi con i ragazzi è il mio desiderio maggiore. Mi piace lavorare puntando sulla crescita e sul miglioramento del giocatore. Al momento rimango ancora su questa linea, poi mai dire mai”.
C’è un allenatore che ammiri particolarmente?
“Quasi tutti quelli che ho avuto il piacere di avere. Quelli che non conosco non posso permettermi di giudicarli. Non nascondo che ho avuto anche mister che mi hanno insegnato poco, ma anche quello è servito per capire cose che erano sbagliate. Si apprende da tutti. Se devo fare un nome faccio quello di Gianpiero Ventura (appena approdato in A con il Torino n.d.r), mi ha allenato per due anni e da lui ho imparato tanto”.

Elisa Cascioli