Intervista ad uno dei sostenitori della società ciclistica Carnaghese

Società Ciclistica Carnaghese, Velo Club Sommese, Società Ciclistica Alfredo Binda e Scuola Ciclismo Cadrezzate: sono tante le persone che hanno avuto il piacere in tanti anni di sponsorizzazioni, di collaborare con Maurizio Giovanella…
“Sono oltre trentacinque anni che associo il mio nome al ciclismo, e lo faccio puramente per passione. Sono innamorato di questo sport come lo era mio padre prima di me, e nel mio piccolo cerco di dare un contributo per la realizzazione delle corse a cui tengo maggiormente nell’ambito provinciale”.

Gli organizzatori delle gare parlano di lei come di un amico, più che di uno sponsor, perchè oltre a dare un contributo, ha piacere a partecipare realmente alle manifestazioni…
“Sì, quando posso vado volentieri ad assistere alle corse, non solo a quelle dei miei ‘amici’, faccio di tutto per non mancare. Come dicevo prima, per me il ciclismo è molto più che un semplice sport, fin da piccolo in casa seguivo con attenzione le corse principali in televisione e litigavo con mio padre perché avevamo dei gusti differenti”.

Come succede spesso in tante case, anche nella sua c’erano le discussioni sui corridori, chi vinceva?
“Io sono sempre stato un supertifoso di Moser, mentre a mio padre piacevano prima Gimondi e poi Saronni; quindi può immaginare le battaglie nel periodo in cui Moser e Saronni dominavano: una volta festeggiavo io e la volta successiva lui. A vincere comunque era sempre il ciclismo, perché entrambi hanno raccolto tanti successi nelle loro carriere agonistiche”.

Francesco Moser, è stato ed è tuttora un mito per tanti appassionati di ciclismo, ma sono passati tanti anni da quando lui ha smesso, eppure la vediamo ancora qui a seguire le corse: questo dovrebbe significare che dopo Moser, lei ha avuto altri beniamini da seguire…
“Moser avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma giustamente, gli anni passano e passano anche i corridori, anche se le loro imprese resteranno in eterno. Dopo di lui, e forse influenzato anche dalla loro parentela, ho tifato per Simoni, ma allo stesso tempo ho seguito con molto piacere la carriera di Daniele Nardello, che ha fatto grande la nostra provincia; attualmente, restando sempre tra i confini varesini, non potrei non tifare per Ivan Basso, penso sia doveroso nei confronti di questo campione. Dopo Ivan vedrò, sto iniziando a guardarmi in giro, per cercare qualche ragazzo emergente che sappia regalarmi ancora emozioni forti come ai tempi del mio idolo numero uno”.

Tra un campione e l’altro, passano le stagioni, ma non passa la sua voglia di contribuire ai successi dei suoi amici; attualmente quali sono le società che potranno contare sul suo contributo?
“I miei amici di Cadrezzate hanno inserito nel calendario provinciale, una corsa per esordienti domenica 6 maggio, a Taino, a due passi da casa; così ho deciso, vista la serietà dell’evento, che tra l’altro è inserito nella Challange Renato Martignoni, di contribuire alla sua realizzazione. A questo dobbiamo aggiungere il premio riservato al Direttore Sportivo del vincitore che metto in palio ormai da anni nel Gran Premio Industria Commercio Artigianato Carnaghese”.

In questi vent’anni immagino che i ricordi siano tantissimi, alcuni belli ed altri meno, ma ce n’è uno in particolare, che a livello personale, Maurizio Giovanella porterà sempre nel cuore?
“Il momento più significativo per quanto mi riguarda, risale al 1993: era proprio il primo anno, e gli uomini della Carnaghese mi hanno proposto di intitolare a mio padre la targa d’oro da assegnare al vincitore. Quando mi sono trovato sul palco, mi sono commosso, è stato un momento ricco di sentimenti, dalla gioia per l’aver potuto onorare il ricordo di mio padre, alla tristezza per la sua assenza, alla nostalgia per tutti i bei momenti che avevamo condiviso seguendo il ciclismo: questo penso che sarà un ricordo che porterò sempre nel cuore”.

Dopo vent’anni di Carnaghese, ma ben trentacinque di rapporto stretto col ciclismo, vedremo ancora il suo nome inciso sui premi dei prossimi anni?
“Non prometto niente, come sempre, mi riservo di decidere di anno in anno, ma una certezza ce l’ho: indipendentemente dalla mia presenza o meno in modo ufficiale, la mia passione per questo sport non finirà mai”.

Alessandra Conti