Fine anno da primi in classifica. Allora è vero che, ogni tanto, i sogni diventano realtà e si concretizzano in qualcosa che è bello guardare, coccolare e mostrare orgogliosamente.
Allora è vero che, ogni tanto, la lunga teoria di pensieri, gesti, note, armonie, affetti, desideri finisce dentro un cerchio magico per produrre qualcosa che ti stupisce lasciandoti a bocca aperta.
“Se cullare sogni è fondamentale in ogni attività umana, lo è ancor di più in una materia delicata e poco classificabile come lo sport -dice Michele Lo Nero, apprezzato Presidente dell’ormai celebre Consorzio Varese nel Cuore-. Io, noi, fin dal primo giorno abbiamo messo in circolo sogni importanti che, circa tre anni fa, sembravano grandi come montagne, addirittura irrealizzabili per la loro portata. Oggi quei sogni, o almeno una parte di loro, si sono materializzati con un primo posto totalmente inatteso e una dimostrazione di forza sorprendente da parte della squadra. Tutto ciò ci rende contenti e soddisfa pienamente tutti gli attori coinvolti: società, consorziati, amici e soprattutto i tanti tifosi che quotidianamente ci fanno sentire passione e vicinanza. Però, allo stesso tempo, sappiamo che si tratta solo di una tappa in un cammino che sarà ancora lungo. Un percorso durante il quale dovremo essere bravi a migliorare, alzare l’asticella delle ambizioni e delle prestazioni in vista del traguardo playoff quando si rimetterà in gioco tutto”.
Rimettere tutto in gioco. Esattamente quello che avete fatto l’estate scorsa
“Sentivamo, intimamente sapevamo di essere arrivati alla fine di un ciclo e di dover cambiare strada. Magari l’abbiamo fatto in modo brusco, ma quella era l’unico strada da percorrere, anche a costo di affrontare delle critiche, che pure non ci sono state risparmiate. La scelta di cambiare totalmente rotta è stata appoggiata da tutto il CdA che ha chiesto solo una cosa: costruire la squadra mantenendo gli stessi principi che fin dal primo giorno hanno ispirato il Consorzio. Valori assolutamente condivisi: semplicità, umiltà, voglia di fare, dedizione, senso di appartenenza, orgoglio di vestire la maglia della Pallacanestro Varese e di giocare per questa città. Al di là dei risultati mi sembra che tutto il gruppo voluto da Cecco Vescovi e dai suoi collaboratori stia rispondendo in pieno alle richieste”.
Hai sempre detto che prima della squadra che va in campo, deve vincere quella dietro la scrivania. Oggi la missione è compiuta e vincente: il Consorzio “Varese nel cuore” è ammirato invidiato e imitato al di là di ogni immaginazione
“Stiamo facendo buone cose, non solo legate ai risultati della prima squadra. Parlo delle iniziative a favore dei tifosi, di un palazzetto di Masnago che continua a migliorare nell’aspetto estetico e nella funzionalità, di un settore giovanile che segnale costanti progressi, della squadra di basket in carrozzina e di tante altre cose che abbiamo in cantiere. Tuttavia -continua Michele-, non voglio dimenticare che siamo solo ai primi passi di questa “start-up”. La quota attuale è di 72 consorziati e abbiamo in corso altre lettere d’intenti, ma in verità siamo ancora lontani dal traguardo più sfidante, quello di 100 consorziati, che ci eravamo proposti tre anni orsono. Non so quanto tempo ci vorrà e quanto lavoro dovremo produrre per raggiungerlo, ma so che nella mia testa rimbomba sempre l’urlo “Cento, cento!”. Una cifra che, tra l’altro, potrebbe rappresentare il punto di partenza per l’azionariato popolare. Un’idea, quest’ultima, che non abbiamo mai abbandonato”.
Quali sono i nodi critici che riguardano la gestione societaria?
“Quelli, purtroppo, non mancano mai e rendono difficile, ma anche stimolante, il nostro percorso. Quelli stringenti sono: chiudere il bilancio della gestione 2012-2013, con tre sponsor di maglia ancora da piazzare e la prossima scadenza dei primi contratti triennali con i Consorziati che ovviamente vorremmo rinnovare”.
Finora cosa te è piaciuto di più?
“In una stagione che, fortunatamente, è stata piena solo di episodi positivi, è difficile scegliere, ma tra i tanti aspetti mi piace segnalare la grandissima disponibilità mostrata dai giocatori nel partecipare alle attività collaterali che abbiamo organizzato. Dal giro in pullman per la provincia, agli aperitivi in centro, al basket scuola di vita, agli incontri con i consorziati: ogni evento ha riscosso attenzione e apprezzamento nei giocatori. Un comportamento non dovuto, che abbiamo molto gradito”.
Dopo “cosa”, il “chi”…
“Tutti i ragazzi meritano applausi e ringraziamenti e ai miei occhi non esiste classifica in cui uno sia meglio degli altri. Ad ogni modo, dovendo rivolgere un pensiero, opterei per Bruno Cerella perché siamo tutti curiosi di vederlo all’opera e, da sportivi, vorremmo mettere la parola fine sulla sua sfortunata vicenda e ci piacerebbe rivederlo al più presto sul campo”.
Prima accennavi all’asticella da alzare. Fino a che punto?
“Alle spalle abbiamo due playoff consecutivi e sappiamo benissimo che i favoriti sono altri, ma non sono uno che si tira indietro e con una squadra prima in classifica di sicuro non ho paura di pronunciare la parola scudetto. Certo, sulla carta il potenziale di Milano, Siena, Cantù, squadre costruite in ottica di Eurolega sembra maggiore e non ho intenzione di trascurare Sassari che si sta dimostrando di altissimo livello. E’ comunque troppo presto per parlare di asticelle perché il mercato è aperto e formazioni come Milano, Cantù e Sassari, eliminate dalle coppe, concentreranno tutti i loro sforzi sul campionato. Pertanto, riparliamone fra tre mesi vedendo cosa succederà. Adesso, pensiamo solo alla Coppa Italia, obiettivo stimolante raggiunto dopo sei anni e primo vero banco di prova della stagione”.
La squadra, dopo la fantastica serata del Forum nella quale ha annichilito l’Armani ben oltre il punteggio finale, attende Cremona per chiudere al meglio l’anno solare. Tocca a te il compito di stappare la bottiglia e formulare gli auguri a tutto l’ambiente
“Il mio augurio è quello di restare sempre uniti, ancora più insieme, società, giocatori, staff tecnico, tifosi, perché l’unione, che fa davvero la forza, ci permetterà di toglierci qualche soddisfazione e di raggiungere quegli obiettivi che tutti abbiamo nel cuore”.

Massimo Turconi