Insidia il titolo di tifoso della Pallacanestro Varese più longevo all’inossidabile Augusto Ossola. Moglie dell’indimenticabile Enrico Garbosi coach dell’Ignis dal ’56 al ’62, campione d’Italia nel 1961, la sig.ra Miriam si è divisa negli anni tra Pallacanestro Varese e Robur et Fides, esempio concreto dello slogan caro ai tifosi biancorossi “non mollare mai”.
“Nel bene e nel male si deve sempre esser vicini alla squadra del cuore – attacca Miriam Garbosi (nella foto Benvegnù) – Certo quando le cose vanno come stanno andando quest’anno è molto più facile”.
Nelle ultime due gare casalinghe la Cimberio qualche sussulto glielo avrà provocato.

“In effetti con Reggio Emilia un po’ di paura l’ho avuta. Loro si sono dimostrati una buona squadra e noi abbiamo fatto tanta fatica. Forse, almeno a Masnago, più che in ogni altra partita di questa stagione. E’ finita bene e quindi bravi tutti”.
In tanti si chiedono cosa accadrà alla prima sconfitta.

“Io no! Ma chi sono questi gufi? Mettiamola così, quest’anno Varese non ha mai perso. Se e quando capiterà  l’ambiente dovrà esser bravo ad assorbire la sconfitta e pronto a ricaricarsi per ripartire”.
Dal suo osservatorio celeste coach Enrico Garbosi cosa direbbe della Cimberio?

“E’ senz’altro una squadra ben costruita che sta giocando in modo concreto e al tempo stesso spettacolare. La bontà di un gruppo la si vede anche quando nonostante una serata non felicissima come quella della partita con Reggio Emilia si riesce comunque a conquistare la vittoria. Ad Enrico una squadra così piacerebbe di sicuro e sarebbe certamente felice di guidarla dalla panchina”.
Un giocatore tra quelli a disposizione di Vitucci che l’ha particolarmente impressionata?
“A sorprendermi e impressionarmi è la squadra ma se devo dire un nome penso di non essere originale scegliendo Dunston”.
Il suo posto al palazzetto è in una prima fila d’eccezione composta da un giovanotto come Augusto Ossola, i coniugi Zanatta e al suo fianco Paolo Vittori. Un angolo di storia e fascino…sotto il frastuono della curva nord.

“E ma quello è il cuore pulsante del palazzo. A me non da fastidio e per i giocatori è di grande aiuto. Una palazzetto pieno di sano entusiasmo è il massimo che una squadra può desiderare. La Varese città della pallacanestro ha da sempre un pubblico che le invidiano in tanti”.
Nella “gara” con Augusto Ossola per il titolo di appassionato numero 1 della Pallacanestro Varese chi è la Cimberio e chi l’inseguitore?

“E’ una sfida apertissima e comunque voglio far notare che io rispetto ad Augusto ho sei anni di meno…”

RB