Pina: ciao Gina com’è?
Gina: ciao Pina. Eh sono un po’ in tensione. Il Cecco è per aria ormai da settimane per il Varese e mi ha messo addosso un’agitazione bestia!
Pina: tra tante rogne e delusioni vivere una bella emozione così può servire a darci un po’ di morale. Penso anche a quella povera gente in Emilia. A chi è morto, a chi e vivo senza casa e a chi vive nella paura.
Gina: e insieme al dolore e alla disperazione c’è sempre la brutta sensazione che prima durante e dopo in queste occasioni non si faccia mai abbastanza. Sai che anche alla storia della calamità naturale io non ci credo più tanto. Con tutte le porcate che fanno a nostra insaputa. Sotto terra e per aria. Mah…
Pina: sono in crisi anch’io. In che mondo vivono e vivranno i nostri nipoti?
Gina: è il mio pensiero fisso…da non dormirci di notte.
Pina: dai, diciamo due stupidate così ci pensiamo di meno. Ci eravamo promesse che alla prima occasione avremmo lanciato fuoco e fiamme sul Verona.
Gina: no, non “sul Verona” e tanto meno sulla città di Verona. Solo su quelle bestie che dentro e fuori lo stadio di Verona fanno qualsiasi cosa senza nessun controllo. In tutta Italia si parla di “curve violente”. A Verona è allucinante la “tribuna”. E’ piovuta birra e qualcosa di peggio, sono volati insulti e schiaffi. Roba da arena non da stadio. Fuori una caccia all’uomo (e alla donna..) senza sosta. Morti e disastri non hanno insegnato niente.
Pina: c’è un’altra cosa che non mi quadra. Abbiamo visto fior di giornalisti di fior di Testate minacciati, insultati e “lavati”. Sui giornali del giorno dopo non ho letto nessuna denuncia di tanto schifo anzi, più di uno ha elogiato lo spirito e l’attaccamento dei tifosi alla squadra gialloblù.
Gina: bè sai per chi in quello schifo deve lavorarci ogni domenica non è facile fare l’eroe.
Pina: e allora andiamo avanti così. Brava gente a casa a vedere il calcio in tv, “gladiatori” e delinquenti ad ammazzarsi negli stadi. Stadi sempre più vuoti. Mi ritornano in mente i miei nipoti…poveri loro, in che mondo li abbiamo messi.
Gina: ti faccio un assist: la Cimberio ha salutato il Recalcati.
Pina: ci sta e lo si sapeva da un bel toc. Nella sua riedizione varesina il Carletto ha fatto quanto ha potuto e anche qualcosa in più. Cosa e come si sia rotto con Vescovi lo sanno solo loro e alla gente interessa poco. Del resto Recalcati erà già stato salutato dopo aver vinto un campionato irripetibile come quello della stella. A lui deve andare il grazie di Società e tifosi. Alla Società dev’essere riconosciuto il diritto di muoversi tenendo conto del budget a disposizione puntando a novità che dovranno necessariamente dare nuovo impulso all’ambiente che mi sembra un po’ depresso. Non so quale sia stata la frequenza media stagionale del pubblico al PalaWhirlpool ma certi buchi in curva e nel resto dei settori non li avevo mai visti.
Gina: difficile non essere d’accordo. Io sono felice comunque perché quest’anno ho visto meno “omaggi” e più disabili.
Pina: sui meno “omaggi” bisogna chiedere alla paziente Raffaella angelo biondo della sede di Piazza Monte Grappa. Per quanto riguarda i disabili era ora! Sapendo di non arrostire più davanti ai bocchettoni del riscaldamento qualcuno in più è arrivato e si è goduto le partita da una postazione più che degna, certamente tra le più funzionali e decorose viste nei palazzetti italiani.
Gina: si ma e il Varese?
Pina: cosa vuoi che ti dica. Ne parlano tutti compreso i nostri Beppe e Cecco. Per Rosati e Montemurro l’evento che non si può dire sarebbe una bella rivincita nei confronti di tutte quelle facce di tolla che in estate e fino all’esonero di Carbone li hanno presi in giro e insultati. Quasi come se avessero deciso loro il commiato da Sannino e Sogliano. Ora sono acclamati e se succederà ciò che potrebbe succedere avranno intorno a loro una gran corte composta da poca sincerità e una valanga di “tolla”.
Gina: così va il mondo…
Pina: ti dirò, se proprio deve andare così, vista l’età che ho mi viene una gran voglia di scendere…
Gina: per il calcio? Ma va! Non vale la pena avvelenarsi il fegato per così poco.
Pina: macchè calcio. Il calcio è solo una parte della nostra società. Una società in coma in cui tutti danno lezioni o accusano gli altri. Ma guarda solo Monti. Vive ed è seduto su una montagna di m…e cosa vuol fermare per dare un bell’esempio indice di cambiamento? Il calcio! Quel calcio che ogni anno mette nelle casse utilizzate per aerei, vacanze, auto blù, ecc. ecc. ecc., un miliardo di euro! Per non parlare delle migliaia di dipendenti che il calcio occupa. Gli esempi devono darli gli altri…i tagli devono farli gli altri…La storia italiani insegna che gli altri siamo noi ma non ce ne siamo mai accorti.
Gina: certo che per l’ultimo numero di Varese Sport cartaceo abbiamo messo in mostra un grande entusiasmo.
Pina: ma no per carità. Sabato prossimo spero di rivivere il carnevale biancorosso di due anni fa. Comunque vada, oltre a Rosati e Montemurro, dobbiamo fare un bel monumento a Maran e tutto il suo staff, su tutti il bravissimo preparatore atletico Panzarasa, ai giocatori e a tutti coloro che muovono la macchina del Varese.
Gina: e a quei pistola che proprio non capiscono che l’evento innominabile porterebbe una valanga di soldi?
Pina: guarda, di parlare dei pistola non ho più voglia. Mi tengo tutta la forza che ho per gridare FORZA VARESE!
Gina: e io sono qui come sempre al tuo fianco pronta a vivere sta settimana intensa. Spero che reggano le coronarie…
Pina: allaccia le cinture che si parte! Basìn Gina.
Gina: pronta! Basìn Pina.