Pina: ciao Gina?
Gina
: ciao Pina. Che faccia triste.
Pina
: è per il Peo. Maroso è uno di quei personaggi con cui non hai mai mangiato assieme ma è come se fosse un parente stretto, uno di famiglia. Quanti ricordi…
Gina
: eh si, con lui se n’è andato un bel pezzo del calcio varesino. E pensare che quando arrivò a Varese da Ivrea dicevano che era un cavallo zoppo per il suo cuore matto.
Pina
: mi ricordo bene. E invece il suo cuore ha battuto per tanti anni per una maglia che nessuno può dire di aver amato come lui.
Gina
: e poi quando poteva godersi la sua bella terza età s’è ritrovato con il vecchio compagno di battaglia Ricky Sogliano e il buon Silvio Papini al capezzale di un Varese massacrato da avventurieri senz’anima per ribattezzarlo e ridarle nuova vita.
Pina
: io lo voglio ricordare con gli occhi lucidi per la commozione, l’hanno scorso, alla cena della SESTERO a Gavirate. Ti ricordi?
Gina
: si che mi ricordo. Gli organizzatori gli hanno fatto la sorpresa di fargli ritrovare i suoi dirigenti di sessant’anni prima nella squadra di Torino del Madonna di Campagna. Era senza parole.
Pina
: e come lui i due personaggi abbondantemente sopra gli ottanta arrivati da Torino in macchina! Ho ancora i loro nomi dietro la foto ricordo della serata dove c’erano anche Sannino e Mangia: Renato Freyria e Angelo Bonello.
Gina
: mi ricordo. Eravamo al tavolo con loro e raccontarono che l’incontro con il Peo avvenne nel momento in cui vendettero suo fratello maggiore, il Virgilio, al Torino. Il grande Virgilio Maroso per il quale la società granata versò in cambio al Madonna di Campagna…11 palloni!
Pina
: che meraviglia quel calcio che non c’è più…
Gina
: e mentre si stringevano la mano per l’accordo il Freyria chiese “ma del fratello di Virgilio cosa ve ne fate?” – il Peo era infatti tesserato per il Toro ma era da due anni fermo perché non riuscivano a capire che problema avesse il suo cuore – perché non lo lasciate venire da noi?”.
Pina
: i medici dissero che l’impegno con una squadra minore poteva essere la soluzione ideale per curare l’evol. Con la passione che aveva in corpo il Peo accettò di ricominciare a patto che gli venisse dato anche un posto di lavoro. Pochi giorni dopo era in maglia giallo blù di sera e nel fine settimana mentre di giorno, dal lunedì al venerdi, vestiva la tuta blù della FIAT.
Gina
: di fatto il Madonna di Campagna fu la sua prima squadra vera. Destino vuole che trent’anni più tardi fu la prima società per la quale firmò il suo primo cartellino l’allora quattordicenne Giuseppe Sannino.
Pina
: non so quanto potesse riconoscersi il Peo nel calcio di oggi.
Gina
: come tutti quelli della nostra età ben poco. Anche se in tanti anni di cose storte ne avrà viste tante anche lui. Quell’anno al Genoa con lo squadrone costruito da Ricky Sogliano dove si portò anche un certo Gildo Salvadè e si trovò ad allenare un ragazzino romano di nome Bruno Conti. E gli anni come direttore tecnico con Ventura al Venezia con un presidente di Vergiate che si chiamava…ah si! Maurizio Zamparini. Legnano, Sambeneddettese, Novara ma soprattutto Varese, tanto Varese.
Pina
: il modo migliore per farlo felice dove si trova ora sarebbe quello di fargli rivedere il suo Varese in serie A.
Gina
: anche perché della cavalcata vincente degli ultimi anni ha visto ben poco per paura di far saltare il suo cuore. Ora finalmente può seguirlo senza paura e dandogli una mano celeste…
Pina
: senti, sta settimana non parliamo d’altro. Salutiamo il nostro Peo e facciamo un abbraccio forte ai famigliari.
Gina
: d’accordissimo amica mia. Un basìn a te e al Peo.
Pina
: ciao Peo. Basìn Gina.

Pina&Gina