La morte di un atleta famoso non è mai un fatto solo privato, se poi è un professionista del Wrestling, sport controverso a stelle e strisce, scatena, drammaticamente, sciacallaggi di ogni tipo. Un canale di mamma Rai è dedicato all’amarcord, stralci di trasmissioni messe in onda tempo fa, storie di sport e di atleti. Eddie Guerrero, uno dei wrestler più famosi ed amati, è andato definitivamente al tappeto, vittima e carnefice di se stesso. Il Wrestling non è sport da fair play, ne è totalmente privo, ma annovera pletore di appassionati, principalmente ragazzi molto giovani.
Ciò disturba i paladini dell’educazione, i crociati ipocriti, gli strenui difensori di fantomatici valori, persone che non distinguono una capovolta da un salto in lungo, pronti a tirare in ballo i bambini e la loro fragilità emotiva. Ma i bimbi sono più intelligenti di loro…sanno perfettamente che il wrestling è finzione, è la trasposizione dei cartoni animati, è circo, è spettacolo. Gli Inquisitori del nuovo millennio vorrebbero oscurarlo perché diseducativo, evitando accuratamente, di contro, critiche per le vere idiozie da tubo catodico, pericolose per la mente, trasmissioni che offrono una visione dello sport totalmente distorta, concepite per meduse da cerchietto ed orecchino. Hugo Pratt faceva dire al suo Corto Maltese “Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un’antipatia innata per i censori”. Io mi tengo stretto Rey Mysterio, che i grilli parlanti da salotto sbavino pure per L’Isola dei Famosi. Un filmato esclusivo della Domenica Sportiva di un po’ di anni fa mostra il samba da spogliatoio suonato dai calciatori della nazionale brasiliana dopo l’amichevole negli Emirati Arabi, Emerson percuote i parastinchi, Ronaldinho trasforma l’armadietto in tamburo, Robinho e compagni cantano a squarciagola. Claudio Gentile, ai tempi CT dell’Under 21 azzurra, ospite in studio della trasmissione, dichiara “ nel 1982 non cantavano cosi…”, riferendosi all’incredibile vittoria dell’Italia contro il Brasile in quel mondiale. A volte, ancora oggi, sono perseguitato dagli incubi, incapace di darmi pace per come il mio Brasile venne sconfitto. E poi, guardando i filmati dell’epoca, pare un’altra dimensione della vita, maglie da gioco di lanetta, calzoncini corti ed attillati, Nilla Pizzi ancora sulla breccia…Eh si, una realtà virtuale, uno scherzo del destino che ebbe invidia degli undici apostoli brasiliani ed incaricò le Moire di tagliare il filo della vittoria, concedendola agli azzurri. Claudio Gentile fu uno dei migliori di quella partita, una roccia insuperabile in difesa, non fece vedere palla a Sua Maestà Zico, ma commise uno dei gesti più turpi della storia del calcio…ne strappò la maglietta durante un contrasto, profanò la Sindone…

Marco Caccianiga