Parlare con Rolando Maran è come leggere un lungo e gradevole “Manifesto sulla concretezza”. Il calcio, null’altro che lo specchio della vita, spostato su un ampio prato verde, offre la possibilità di conoscere e confrontarsi con personaggi estremamente differenti. Così nel giro di dodici mesi, prima di un altro esaltante playoff, sono passato da un personaggio tutta “armonia e folclore” come Beppe Sannino, uno che si definiva “animatore del villaggio”, ad un altro come Rolando che non concede nulla allo show e ripudia la spettacolarizzazione del calcio fuori dal calcio. Maran declina il pallone con lavoro, impegno, dedizione totale, sacrifici comuni. Con queste qualità il suo Varese 1910 è passato a braccia alzate sotto lo striscione-playoff, ma ora è pronto per ricominciare a correre.
“Abbiamo disputato una buonissima stagione della quale dobbiamo essere contenti e molto, molto orgogliosi ma non certo soddisfatti perché, nel mio vocabolario, a questo termine, ne associo un altro, in questo momento pericoloso: appagati. E noi non siamo per nulla appagati, anzi, nonostante la nostra annata sia stata straordinaria, abbiamo ancora tanta, tanta fame. Dobbiamo assolutamente averla”.
Straordinaria: perché?
“Quando, nell’autunno scorso, arrivai al Varese la situazione non era esattamente tranquilla e, in quel periodo, nell’accettare l’incarico i dirigenti mi chiesero di condurre la squadra verso una salvezza tranquilla. Invece, nel giro di pochissime settimane, tutti insieme, ci rendemmo conto che, forse, era possibile alzare l’asticella. Che, forse, iniziando a lavorare con uno spirito diverso e con mentalità feroce avremmo potuto raggiungere qualcosa di più e di meglio di un’onorevole salvezza. Così, lavorando a testa bassa, con grandissimo impegno serietà e applicazione da parte di tutti iniziammo a scalare posizioni su posizioni per costruire qualcosa che, al di là di quello che sarà il risultato finale, oggi, vedi record di vittorie consecutive, vedi i punti realizzati è giustamente considerato il campionato da “Guinness dei primati” nella storia del Varese Calcio”.
La storia è fatta per essere superata e in un certo senso travolta dagli eventi…
“E noi siamo pronti a farlo, siamo pronti per affrontare il playoff contro il Verona e caricati al massimo per dimostrare che il Varese, con vicino il suo favoloso pubblico, in uno stadio Franco Ossola che tutti ci auguriamo pieno e caloroso come mai prima d’oggi, vuole dare forma al suo sogno più bello”.
Sulle ultime parole, accorate e trasmesse con emozione da mister Maran mi sembra già di sentire la colonna sonora: “Il meglio deve ancora venire”. E se avesse ragione “il Liga”??

Massimo Turconi