Vi è un errore strategico che un insegnante non dovrebbe mai commettere. E’ una palude dalla quale non si emerge, ci si sente come lo gnu che si abbevera al fiume e, d’improvviso, è circondato da famelici coccodrilli ansiosi di farlo a polpette. Un insegnante non dovrebbe mai farsi trascinare in discussioni attinenti al proprio lavoro e –madre di tutte le cantonate-al divario di trattamento economico con i colleghi europei. Da insegnante vi dico, non se ne esce. La delazione è in agguato, la denuncia è dietro l’angolo, l’accusa di parassitismo è un macigno che precipita con fragore. Vi erano tempi nei quali, lancia in resta, mi ergevo a paladino e strenuo difensore della categoria, sfidando a singolar tenzone ogni pusillanime che osasse dipingerci come baciati dalla sorte “perché avete tre mesi di vacanza”. Con un fendente ed un affondo mi sforzavo di inculcare nella testa del gaglioffo che, come da contratto collettivo, i giorni di ferie sono, in realtà, trentadue, da godere, esclusivamente, nel periodo di sospensione dell’attività didattica. Ergo, tentando un italiano comprensibile, in un periodo ben definito tra il 1 luglio ed il 31 agosto. Infine, muovendomi come il capoeirista Mestre Pastinha, eseguivo la mossa dello scorpione costringendo il malcapitato a comprendere che non si rimane a bagnomaria per tre mesi, ma si è a disposizione dell’Istituto. Una volta ero cosi, come Ivanohe. Ora mi sono rotto. E’ un inutile esercizio di stile. Mi limito ad ammaestrare la pazienza. Al bar, sotto l’ombrellone, in pizzeria, ovunque, mi trovo concorde con coloro che sostengono che gli insegnanti sono una categoria di fannulloni privilegiati, concludendo l’orazione alla Demostene con il classico “…ma non tutti sia chiaro”. Scoperta meravigliosa. Non tutti i contadini sono Pacciani, non tutte le mamme sono la Franzoni, non tutti i vicini di casa sono Olindo e Rosa. Noi insegnanti invece si. Siamo tutti ladri di tempo, supponenti radical chic eternamente in vacanza. L’alternativa è prendere codesti maestri del pensiero a badilate. Ma non si può. Io avrei un’umilissima proposta di riforma della Scuola. Dotare ogni aula di telecamera a muro e trasmettere in diretta ciò che accade. Molti genitori, fautori del pensiero anti insegnanti, si sorprenderebbero nello scoprire i comportamenti oxfordiani del proprio rampollo, sempre e comunque difeso da “mammà”, sopportato per cinque ore in classe. Ed assisterebbero ad autentici colpi di genio, episodi esilaranti. Esame di terza media. Il ragazzo interrogato va in palla, si emoziona, suda freddo, crollo mentale. Il prof. di Religione, mosso a compassione, interviene, “dai Luca, stai tranquillo…, senti parlami di Paolo di Tarso, te lo ricordi vero?”, “ Si…sssi…”sussurra il tapino. “Ecco bravo. Allora ricordi che non si comportava tanto bene. Poi successe una cosa…”. “eeehh..si..si…ebbe una folgorazione…” bofonchia il ragazzo. “BRAVISSIMO LUCA! Si, ebbe una folgorazione. Sulla via…sulla via…”, come illuminato dallo Spirito Santo il giovane Luca esplode “ SULLA VIA MASPERO!” Un genio, un idolo, un mahatma!

Marco Caccianiga