L’Unendo Yamamay può sempre contare su un pubblico folto e molto caldo che accompagna la squadra con cori di incitamento e bellissime coreografie nelle gare casalinghe e anche in quelle in trasferta. I supporters biancorossi sono presi ad esempio per originalità e correttezza in tutta Italia e sono il vanto della società. Ma chiunque vada al Palayamamay non può non accorgersi, oltre al tifo, della Farfalla Yamy, ossia della simpatica mascotte che da sei anni ormai accoglie le pallavoliste al loro ingresso in campo e intrattiene i tifosi sugli spalti.
Yamy è una farfalla e deve la sua origine dallo sponsor Yamamay che prende il nome, a sua volta, da una farfalla molto particolare che vive in Giappone; “da quell’idea iniziale – spiega la mascotte – sono nata io e anche il soprannome Farfalle dato alle giocatrici dell’Unendo Yamamay”.
Qual è il tuo ruolo durante le partite? Raccontaci una tua serata tipo.
“Innanzitutto faccio riscaldare il pubblico prima dell’inizio del match, un’abitudine che è diventata, con il passare degli anni, anche un rito scaramantico, un vero e proprio portafortuna. Durante la gara sono a bordo campo a godermi il gioco e nei momenti di pausa intrattengo i tifosi e li invito ad essere vicini alla squadra. Alla fine della sfida posso gioire insieme a tutto il palazzetto per il risultato ottenuto. In queste stagioni ho esultato molto, a dire la verità, e spero di continuare a farlo”.
In realtà, sotto alla  maschera, chi sei?
“Sono una ragazza di 26 anni appassionata di pallavolo e da cinque stagioni seguo da vicino l’Unendo Yamamay, la formazione della mia città. Nella vita reale mi occupo di tutt’altro: lavoro dietro le quinte di set televisivi e non appaio mai in video. Quando sono “Farfalla Yamy” ho l’opportunità di lasciarmi andare e soprattutto di stare al fianco di una squadra che, con il tempo, è diventata importante per me e per tutta Busto Arsizio”.

Laura Paganini
(foto di Annalisa Gianoli)