La scherma è da sempre uno sport nobile, che all’Italia ha regalato soddisfazioni infinite, ma spesso non riesce ad occupare la posizione di rilievo che merita. Quando però si parla di Campioni e Campionesse del Mondo, ecco che la città e gli addetti ai lavori si mobilitano per onorare chi ha portato Busto Arsizio sul tetto del mondo.
E’ il caso di Carolina Erba, la fiorettista che il 10 agosto si è laureata a Budapest Campionessa del Mondo nella prova a squadra.
Originaria di Busto Arsizio, la schermitrice 28enne è stata così celebrata presso l’Accademia della Scherma “Andrea Felli”, insieme al suo compagno, nonché anch’egli Campione Olimpico e del Mondo di fioretto, Valerio Aspromonte. 
La Pro Patria Scherma che ha introdotto Carolina in questo sport, che l’ha cresciuta e spronata per un ventennio, non ha potuto fare a meno di insignirla di una pergamena e della tessera di onorario del club.
L’evento si è aperto con un lungo filmato che ha mostrato una giovane Carolina alle prime armi, i primi successi, fino alla conquista del titolo Mondiale, quando la sala rivedendo quegli assalti, si è alzata in piedi cantando l’inno di Mameli posto in sottofondo al filmato.
A presidiare la cerimonia il Sindaco di Busto Arsizio Gianluigi Farioli: “I complimenti alla nostra concittadina sono d’obbligo ma credo che dietro un grande campione ci sia sempre una grande famiglia. Ecco perché voglio ringraziare tutta la famiglia Erba oltre che tutte le autorità presenti – continua poi il Sindaco – E non posso dimenticare Valerio Aspromonte che non è voluto mancare ed è sempre un piacere averlo tra noi”.
La parola è poi passata al Presidente della Pro Patria Scherma Cesare Vago “Lo desideravo tanto un successo di questo livello, mi sono commosso” e via via a tutti gli altri ospiti tra cui il Presidente Amici della Scherma Sergio Fabrizi che ha voluto appunto riconoscere alla campionessa la Tessera di Membro Onorario del Club.
Poi è stata la stessa Carolina a prendere il microfono, seppur emozionatissima: “Non mi aspettavo assolutamente che tutta questa gente fosse qui per me. Non so davvero come ringraziarvi, mi fa un immenso piacere davvero poter festeggiare con voi questo successo”.
Presenti, fra gli altri, i suoi primi maestri Valdezzi e Toran, e la piccola Sophie, la sua nipotina che si sta già cimentando sulle pedane bustocche.

Al termine della festa afferma: “Sono molto più agitata oggi che quando faccio le gare, quello è il mio habitat e mi è più facile gestire le emozioni. A Budapest comunque ho provato una gioia immensa, un orgoglio particolare, mi è stata messa al collo una medaglia d’oro, non capita tutti i giorni”.
Sei entrata a far parte del Dream Team, una squadra già fortissima, ma ti aspettavi di vincere il metallo più pregiato?
“In realtà mi aspettavo una medaglia ma non l’oro. Durante l’anno gli incontri sono stati sempre molto combattuti, invece al Mondiale non c’è stata storia per nessuno, è filato tutto liscio come l’olio”
Cosa ti è mancato a livello individuale? Puntavi a salire sul podio anche nella gara singola.
“Purtroppo non me la sono giocata bene e la cosa che più mi dispiace è davvero quella di non aver tirato come so tirare. Mi dispiace davvero, è andata così, ma avrò modo per rifarmi”.
Stasera farai da madrina alla prima uscita stagionale della Pro Patria Calcio, ma tu segui altre realtà sportive?
“Ho delle passioni come lo sci e snowboard, ma stando a Frascati non riesco a seguire altro. La mia famiglia è tifosissima della pallavolo Yamamay e prima o poi verrò a vedere questo murone di cui mia mamma mi parla tanto”
Infine obiettivi e un sogno nel cassetto: “Dopo le vacanze riprenderò ad allenarmi bene, a dicembre ci sarà la prima gara. L’obiettivo primario è rimanere in squadra e continuare a far bene. Il sogno può essere uno solo e si chiama Rio 2016: lì con o senza squadra (si deciderà solo a settembre, infatti, se il fioretto femminile sarà fra le discipline olimpiche) voglio esserci e farò di tutto per qualificarmi individualmente”.
Umiltà e determinazione non le mancano di certo per arrivare ancora più in alto, per aprire quel cassetto e lasciare che il suo sogno prenda forma.

Mariella Lamonica