CECCO: caro Beppe, siamo al commiato?
BEPPE: forse sì e forse no, magari ci incontreremo ancora prima che esploda l’estate, chissà…
CECCO: beh, cose di cui disquisire ce ne sono in abbondanza. Basta stabilire da dove vogliamo cominciare…
BEPPE: procediamo in ordine… di orario: il calcio, sport pomeridiano per eccellenza, viene sempre prima del basket, che si gioca nel tardo pomeriggio o in serata… E poi il calcio ricomincerà prima del basket.
CECCO: ti piace Stefano Sottili?
BEPPE: ovviamente non lo conosco, non ne ho mai sentito parlare, non so se è discendente di Einstein o figlio di uno spaccapietre analfabeta (con tutto il rispetto per chi spacca le pietre e per gli analfabeti che non hanno certo scelto la loro condizione). Però prendo in considerazione il curriculum e noto innanzitutto che ha fatto una certa gavetta. E per me uno che ha fatto la gavetta parte con il piede giusto. E poi, prima a Sarzana, poi a Carpi e quest’anno a Venezia, i risultati li ha avuti.
CECCO: e quando uno sportivo ottiene i risultati…
BEPPE: l’hai detto: quando uno sportivo ottiene risultati vuol dire che sa il fatto suo. Anche se ci sta sempre che uno possa fallire…
CECCO: ah sì, la tua famosa teoria in base alla quale un allenatore può non capire qual è il modo giusto in cui far giocare la sua squadra…
BEPPE: sembrerà una sciocchezza ma nessuno mi toglie di testa che la questione stia proprio in questi termini. Anche l’allenatore più bravo, per una serie di circostanze (non ultima, ad esempio, la possibilità che stia antipatico ai suoi giocatori), può incappare in una stagione negativa. Comunque, a prescindere, come diceva il grande Totò, questo Sottili mi sembra bravo e dunque la scelta del Varese mi pare positiva e corretta.
CECCO: nulla a che vedere con Benny Carbone…
BEPPE: direi proprio di no: quella era una scommessa totale, ma penso che in quell’occasione il Varese (penso Enzo Montemurro) si fosse fatto affascinare dall’ex calciatore di nome e certamente anche di qualità. Ma Carbone non aveva neppure un po’ di esperienza e probabilmente chi si era portato al seguito non lo ha certo aiutato. Va beh, cose passate, e tra l’altro non mi pare che Carbone adesso alleni in serie B…
CECCO: c’è una squadra da rifare…
BEPPE: da rifare non direi. Dico che devono fare grande attenzione alla scelta delle punte, perchè se vuoi giocare un campionato di vertice devi per forza avere dei giocatori forti in attacco, gente che segna gol…
CECCO: al Varese mancano in partenza i 17 gol di Ebagua…
BEPPE: eh sì, mancano i gol di Ebagua. Che magari poi finisce col rimanere…
CECCO: ma va! Hai notizie in merito?
BEPPE: no, assolutamente. Ma non mi stupirei più di tanto e sarebbe la seconda volta che il nigeriano dice che se ne va per poi rimanere (ricordi dopo l’espulsione con il Benevento nella semifinale playoff della Prima divisione, quando salutò tutti quanti?).
CECCO: ma c’è qualcosa che te lo fa pensare?
BEPPE: assolutamente no. Però Ebagua in serie A non va di sicuro e allora… No, finirà con l’andare all’estero, non so dove però.
CECCO: alla Cimberio arriva Frates ma soprattutto se ne va Vitucci. Chi lo avrebbe mai detto?
BEPPE: guarda, quando di mezzo ci sono i quattrini io non mi stupisco di nulla. Non mi stupisco quando si parla di ingaggi milionari, per cui (parliamo in questo caso di calciatori e di allenatori di calcio) guadagnare quattro o sei milioni di euro potrebbe (ripeto: potrebbe, verbo usato al condizionale) non fare una grande differenza. Ma se Vitucci guadagna 120.000 euro l’anno, più o meno, e altrove gliene offrono 180.000 o 200.000, beh, a me pare che un po’ di differenza la faccia. E poi…
CECCO: e poi che altro?
BEPPE: e poi Vitucci si è reso perfettamente conto che un’altra stagione come quella appena terminata sarebbe impossibile non solo da giocare ma anche da immaginare alla Cimberio. Dunque…
CECCO: dunque meglio preparare la valigia e rifare al contrario il percorso che un anno fa lo aveva condotto a Varese.
BEPPE: esatto. E, per tornare al discorso dei soldi, è inutile che tutti facciano i moralisti e i puristi e gli asceti con il portafoglio degli altri. Io la gente che guarda al grano la capisco benissimo, almeno quella che guadagna cifre “umane”.
CECCO: se parliamo di 120.000 euro o addirittura di 200.000 euro direi che siamo già a livelli discreti…
BEPPE: certamente, però siamo ancora nell’ambito di coloro che devono lavorare per campà. Poi anche a me è chiarissimo che 10.000 euro il mese sono diversi dai 1200 euro di un operaio metalmeccanico senza straordinari o dai 600 euro, quando va benissimo, di uno stagista che in quanto tale è anche precario.
CECCO: che mi dici della conferma di Ebi Ere?
BEPPE: può andare bene e può non andare bene.
CECCO: potresti spiegarti meglio?
BEPPE: Ere è andato alla grandissima in questo contesto, in un contesto differente quale sarà la Cimberio della prossima stagione potrebbe non funzionare così bene come quest’anno.
CECCO: ineccepibile. E Banks lo terresti?
BEPPE: a me è piaciuto, anche se alla fine si è rivelato piuttosto alterno. D’altra parte bisogna anche pensare che i giocatori che hanno una certa età e che non hanno sfondato a livello almeno europeo, hanno tutti dei limiti, delle pecche. E tutti i giocatori della Cimberio della scorsa stagione (a parte Polonara e De Nicolao, giovani in grande ascesa) erano in queste condizioni. Poi bravura di chi li ha messi insieme e anche un bel po’ di fortuna (ne abbiamo parlato tante volte) hanno fatto sì che scaturisse un campionato così straordinario. E, ahimè, anche irripetibile. In ogni caso, giocatori come Banks in giro ce ne sono.
CECCO: alla fine lo scudetto lo ha vinto ancora la Montepaschi…
BEPPE: avevi dei dubbi? Io no e anche di questo avevamo parlato. Certo che la Cimberio ha perso davvero un’occasione storica. Ma non l’ha persa nelle partite con la Montepaschi, bensì prima, quando Milano non è riuscita per un soffio a battere Siena nei quarti di finale. Se la EA7 avesse eliminato la Montepaschi, nessuno mi toglie di testa (anche se non abbiamo la controprova) che Varese ora sarebbe campione d’Italia.
CECCO: va beh, accontentiamoci del grande campionato e anche dei grandi playoff a cui abbiamo assistito.
BEPPE: cinque partite nei quarti sono sufficienti, sette sono troppe, così tante vanno bene solo in semifinale e in finale. E sono troppi anche i minuti che abbiamo dedicato a questa chiacchierata.
CECCO: io chiudo al solito modo: alla prossima?
BEPPE: spero anch’io che ci sia una prossima…

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