All’indomani della sconfitta in Supercoppa Italiana, in casa Cimberio si guarda con ottimismo al primo incontro di campionato domenica a Casale contro Reggio Emilia.
Già, con ottimismo, perché nonostante la pesante sconfitta (almeno nel risultato) di 15 punti (81-66), la prestazione della banda di Frates ha lasciato aperto qualche barlume di speranza; la lunga preparazione alla partita, facilitata anche dalla prematura uscita dal QR di Eurolega a Vilnius, ha dato al tecnico milanese una squadra notevolmente migliorata dal punto di vista del gioco ma soprattutto dell’atteggiamento.
Per 30 minuti di gara, infatti, Polonara e compagni hanno retto bene il confronto con i più forti campioni d’Italia, riuscendo più volte a passare in vantaggio con discreta personalità. Cosa è successo dopo? Nell’ultimo periodo sono riaffiorati i problemi visti in tutta la preseason, quei maledetti cali di concentrazione che, di fatto, sono stati puniti con inesorabile cinismo da parte dei padroni di casa presi per mano da un Ress da urlo, vero mattatore dei varesini; con il tempo anche questo aspetto dovrà essere levigato.
Dando per scontato che per Scekic ed Ere si sia trattata di una serata storta (con il primo che però aveva cominciato con il giusto piglio) e che Sakota risentiva di un problema alla gamba, Hassell ha mostrato netti passi avanti, soprattutto a livello di presenza fisica sotto canestro su entrambi i lati del campo, mentre Coleman, che ha confermato le sue enormi doti, dovrà imparare a fare il gioco di squadra, perché nella pallacanestro si vince (e si perde) tutti insieme.
Clark diventa letale nella posizione di ala grande, peccato che gli venga richiesto di giostrare da playmaker dimezzando, così, le sue qualità; per questo diventa determinante il completo recupero di Andrea De Nicolao che, pur essendo un interditore puro, può garantire classe ed agonismo a tutta la manovra.
Molto bene l’altro italiano, Achille Polonara, che sta dimostrando gara dopo gara un grande stato di forma nonostante sia calato nel finale insieme a tutta la squadra; il futuro, però, è tutto suo.

Marco Gandini