Sala del Centro Sportivo dell’US Bosto a Capolago senza vuoti nella serata che ha visto relatore l’allenatore della Nazionale Under 21 Devis Mangia (nella foto con Giovanni Cortazzi), accolto dai dirigenti padroni di casa Mauro Brattesani e Osvaldo Tonelli, ospite della serata organizzata dalla sezione varesina dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio.
“Vedere la sala piena è sempre gratificante – risponde il presidente dell’AIAC Varese Giovanni Cortazzi – per ciò che Devis Mangia rappresenta per Varese e per la sua ascesa fino alla Nazionale Under 21 una corposa partecipazione era auspicabile. Tutti noi gli auguriamo di tornare una prossima volta magari in veste di allenatore della Nazionale A”.
Da sempre lei è il collante degli allenatori della provincia di Varese. Un impegno condiviso per tanti anni con l’indimenticabile Alfredo Speroni. Stato di salute del gruppo?
“Direi buona. Compatibilmente al tempo e alle forze disponibili riusciamo ogni anno dal 1979 ad allestire un discreto calendario di incontri culturali e d’aggiornamento riservato agli associati e non solo. Da quest’anno sediamo nel consiglio nazionale. Un riconoscimento di prestigio che premia il nostro movimento e i tanti, in primis Alfredo, che negli anni hanno donato tempo e passione alla nostra causa”.
Gli allenatori delle categorie minori si sentono dire spesso, soprattutto in famiglia, ‘ma chi te lo fa fare?’. Penso valga anche per il presidente della categoria.
“Oltre a passione e impegno con Speroni ho condiviso anche momenti di sconforto e delusione. Ma ogni volta ci siamo ricaricati a vicenda per non mollare. Da quando Alfredo ci ha lasciati sento ancor di più il dovere di continuare con chi e per chi ha la volontà di conoscere, crescere e migliorarsi”.
Considerando la sua storia un mister come Devis Mangia è credibile anche quando invita i suoi colleghi dilettanti a non rifugiarsi in alibi quali la scarsità di tempo e strutture. Uno che ha guidato la Primavera del Varese dando spettacolo fino ad un passo dallo scudetto può permetterselo.
“Più che credibile. Ha fatto bene Mangia a ricordare che il suo Varese, giovanili e prima squadra, si allenava su campi che molti di noi conoscono bene, non propriamente dei tappeti. Se vogliamo che il nostro sport cambi com’è cambiato in altri Paesi dobbiamo insistere nel voler insegnare il calcio puntando a migliorare i nostri giovani sotto ogni punto di vista. In Italia è la strada più difficile anche se ultimamente,  a causa della crisi economica,  l’aria è cambiata”.
Eppure si allena e quando si è costretti a guardare altri seduti in panchina, in serie A come in Terza Categoria, ti manca qualcosa. Nella sua lunga carriera di allenatore qual è il ricordo più bello?
“Ce ne sono tanti. Forse il risultato più importante è la doppia vittoria consecutiva del Campionato Juniores con il Tradate con due organici totalmente diversi. Due rose composte da venti giocatori che si alternavano in campo cercando la vittoria sempre attraverso il bel gioco. Un gran bel periodo l’ho vissuto anche ad Arcisate dove abbiamo vinto il Campionato di Prima Categoria per poi raggiungere la salvezza in Promozione con la stessa squadra e senza modificare la frequenza dei due allenamenti settimanali. In entrambi i casi il rapporto umano ha superato il pur ottimo risultato sportivo. Ancora oggi quando incontro i compagni di quell’avventura alla guida di una prima squadra, per fare due nomi di giocatori dico Tiziano Frattini e  Giorgio Bavo, è festa grande”.
Ricordi che sono l’ideale introduzione per strappare una battuta a Devis Mangia a suo agio anche nel ruolo di relatore davanti a numerosi amici e colleghi.
“Incontri come quello di stasera mi piacciono molto – attacca il mister azzurro – Fare e parlare di calcio è la mia passione prima che la mia professione.  Quando mi capita, sempre più spesso, di essere invitato, cerco di portare la mia esperienza e le mie idee senza la pretesa di convincere qualcuno. Se per caso anche solo un allenatore o un dirigente presente stasera ha ricavato uno spunto per migliorarsi o anche solo per ragionare su qualcosa mi fa piacere”.
Nel corso della serata ha stoppato l’obiezione che inevitabilmente viene “sputata” al relatore professionista che parla ad una platea di dilettanti: “la racconta bella lei con il tempo, la qualità e le strutture a sua disposizione”.
“Nell’ inseguire un sogno come quello di diventare allenatore professionista penso sia bene evitare di costruirsi alibi. Chiunque abbia allenato e allena nel settore giovanile e la prima squadra del Varese sa bene di cosa parlo. Una carenza di strutture comune a parecchie squadre di serie B e più di qualcuna di serie A. A Palermo sono rimasto fedele al mio credo senza scendere a compromessi e sapete tutti com’è andata a finire. Se com’ è vero il nostro calcio è malato sono convinto che gli unici in grado di guarirlo siano gli allenatori”.
Le si riconosce di aver trovato la posizione in campo ideale per El Shaarawy, è un estimatore del giovane Saponara che nella prossima stagione giocherà nel Milan, il centro sportivo di Milanello è dotato di tecnologia a lei particolarmente gradita, il suo contratto con la Federazione scade dopo gli Europei e il Milan sta dando una svolta epocale alla sua storia puntando sui giovani. Che programmi ha per la prossima stagione?
“Pur con tempi diversi, allenare una Nazionale non è meno impegnativo rispetto all’attività da svolgere in una squadra di club. Gli Europei in Israele si avvicinano, gli avversari sono forti e non stanno certo riposando. Con il mio staff e i giocatori che sceglieremo partiremo per un’avventura che ha regalato alla nostra Federazione successi e protagonisti che fanno parte della storia del calcio italiano, Personalmente una nuova opportunità professionale per crescere. Tanto importante da volerle dedicare ogni pensiero, concentrazione e massima energia”.
Prossimo appuntamento per i “mister” varesini è in programma in febbraio, in data da confermare, con il Dott. Piero Volpi, con un passato da giocatore del Varese e dell’Ignis Varese, in serie A con il Como, poi medico sociale dell’Inter negli anni ’90.

RB