Vigilia di Coppa in casa Cimberio che domani sera ospiterà al PalaWhirlpool (primo match stagionale tra le mura amiche di Masnago) con il Paris Levallois.
“Finalmente giochiamo in casa e già di questo siamo felici -commenta Fabrizio Frates-. Affrontiamo una squadra che ha grossi problemi di risultato e fisici; il loro centro titolare, Sean May, infatti non sarà disponibile quindi dovremo capire se giocheranno o no con Elton Brown, il pivot firmato l’altro ieri. La squadra parigina ha caratteristiche molto precise: fa dell’atletismo in ogni ruolo il suo punto di forza; sa saltare e correre ed inoltre ha i centri che sanno anche concludere da fuori con estrema precisione oltre che giocare bene sotto canestro. Stando a quanto visto nelle ultime partite, il loro giocatore più pericoloso è Jawad Williams, ala grande forte fisicamente bravo ad attaccare il canestro ed è forte nell’uno contro uno”.
“Noi veniamo da un buon allenamento -prosegue-; Coleman dovrebbe riposare un paio di giorni, ma purtroppo non abbiamo tempo; per cui ieri ha fatto solo una parte di allenamento, speriamo che tra oggi e domani riesca a farne uno completo. Gli altri, invece, sono tutti a posto; rientra Dusan Sakota quindi possiamo fare riposare Polonara che, seppur sia giovane, ha bisogno di riposare per evitare di pagarlo poi alla fine”.
Cosa aspettarsi da domani? “Semplice, un altro passo avanti. Stiamo crescendo dal punto di vista difensivo ma dobbiamo migliorare in attacco. Dobbiamo essere veloci e dinamici, attenti e concentrati, cercando una continuità di rendimento, con delle performances non strepitose ma costanti, in modo da avere dei riferimenti solidi nel corso di una partita. La vittoria è fondamentale, in primis per la classifica del girone, e poi anche per il morale nostro e dell’ambiente; per farlo però bisogna passare attraverso dei progressi, che nascono dal lavoro quotidiano, come quello che noi stiamo facendo per le difficoltà a rimbalzo che abbiamo incontrato in questo inizio di stagione. Contro Milano è mancato l’apporto di Ere, ma è necessario che tutti si aiutino, dai lunghi ai piccoli”.
Il problema più grosso in questo momento però si chiama Clark: “Lo stiamo aiutando in ogni maniera perché è lui il primo a soffrirne e questa sofferenza porta negatività. Sappiamo che la sua caratteristica principale sia quella della precisione al tiro, ma nel momento in cui viene a mancare come in questo periodo, lui si sente inutile. Noi dobbiamo dargli fiducia e fargli capire che se anche la palla non entra, ci sono mille altri modi per essere determinante dai quali lui può avere soddisfazioni”.

Marco Gandini