Ha girovagato per molti campi della nostra provincia e ora Federico Messina è sbarcato nel campionato inglese. A soli 16 anni, il giovane attaccante varesotto nella nostra stagione militerà nella formazione under 17 dello Stoke City.
Cosa ti ha spinto a provare questa nuova esperienza?
“Per alcuni anni ho giocato in Italia (Solbiatese, Gavirate e Pro Patria tra le altre squadre), ma più volte mi sono sentito chiudere la porta in faccia. Nel nostro Paese si tende infatti a dare più spazio agli stranieri e non si punta a valorizzare i talenti emergenti in Italia. Spesso, inoltre, mi è stato detto di non essere all’altezza, ma io non ho mai perso fiducia nei miei mezzi”.
E così, le tue forti motivazioni ti hanno portato Oltremanica.
“Sono venuto in Inghilterra a mie spese nell’ottobre scorso e ho fatto alcuni provini al Wigan, all’Everton e allo Stoke City, dove sono adesso. Non sapevo che cosa mi aspettasse; l’unica cosa che volevo era provare a realizzare il mio sogno di diventare calciatore professionista. E qui, a nord-ovest dell’Inghilterra, ci sto riuscendo e presto firmerò il mio primo vero contratto”.
Cosa hai notato di diverso rispetto all’Italia nel metodo di allenamento?
“È davvero tutto molto differente: lavoriamo tantissimo con la palla, mentre ha meno spazio la corsa rispetto in Italia. Secondo me è meglio l’approccio inglese perché con la palla facciamo fiato divertendoci e migliorando anche dal punto di vista tecnico”.
Qual è la tua giornata tipo?
“Al momento sono in ritiro con la squadra under 16. Di solito mi sveglio alle 7 e alle 9.30 sono già in Academy, dove alle 10.30 inizia l’allenamento giornaliero di due ore. Sempre in Academy, mangio insieme ai miei compagni un menù preparato per noi e poi, a seconda del giorno, mi alleno di nuovo o vado a casa che, in questo momento, è l’albergo in cui di solito alloggiano le squadre che vengono a Stoke on Trent per affrontare i Potters. Tra poco si trasferirà in Inghilterra anche la mia famiglia e ci rimarrà almeno fino a quando compirò 17 anni”.
Da quanti ragazzi è composta la tua squadra?
“Allo Stoke City, come in Inghilterra, le rose sono molto limitate, attorno ai 15-16 ragazzi. In questo modo tutti abbiamo opportunità di crescere e di giocare. Nessuno rimane relegato in panchina per una stagione, ma ognuno di noi ha le chance di migliorare sul campo di partita in partita. Mi sembra un’ottima soluzione. Solo pochi tra i miei compagni sono inglesi; tantissimi sono stranieri e questa per me è anche un’occasione per conoscere persone che vengono da varie parti del mondo”.
Qual è il giocatore a cui ti ispiri?
“Amo il calcio inglese e adoro vedere all’opera Fernando Torres. È un giocatore completo e, come me, ama fare gol”.
Il tuo esordio è arrivato pochi giorni fa. Che emozione è stata?
“È stato un debutto perfetto. Giovedì abbiamo giocato contro il West Bromwich, abbiamo vinto 2-1 in rimonta e ho segnato il gol della vittoria. Meglio di così non potevo sperare”.
Un giorno ti piacerebbe tornare in Italia?
“Chissà. Se sarà possibile tornerò a giocare in Italia, ma per ora voglio coronare il mio sogno di calcare i campi della Premier League. E per riuscire ad arrivare alla prima squadra devo migliorare molto con pazienza, lavoro e umiltà”.
Laura Paganini