“Vincere, vincere e ancora vincere. Questo è il mio solo obiettivo”
Ha le idee ben chiare Franklin Hassell, l’ultimo arrivato in casa Cimberio, il lungo che governerà le aree dei parquet d’Italia; il giocatore che, se mantiene le cifre esorbitanti avute lo scorso anno in Israele, porterà tantissime soddisfazioni ai tifosi di Varese che già ieri sono accorsi numerosi per vederlo all’opera con i nuovi compagni.
Il nuovo Dunston? “Non l’ho mai conosciuto -afferma- ma sia in Israele che qui ho sentito grandi cose sul suo conto. Ho delle grandi scarpe da riempire, come si usa dire da noi, ma spero vivamente di emularlo”.
Rispetto al lungo ora all’Olympiakos, Hassell, che vestirà il numero 21 (“Il mio numero fortunato” racconta), si differenzia per maggior prestanza fisica oltre che per un carattere molto più aperto e “beffardo”, caratteristiche che in Dunston uscivano solo sul parquet, nel corso delle partite.
“Ho fatto il camp i San Antonio e so di aver fatto bene. Sogno l’NBA, ma ora sono a Varese e voglio impegnarmi al massimo, tutto il resto non conta. Sono molto duro, competitivo, mi interessa solo vincere ed odio la sconfitta. Tecnicamente? Non posso svelare tutto subito, imparerete a conoscermi di domenica in domenica. Posso solo dire che so mettermi a disposizione dei miei compagni e del coach”.
Varese, ti ha voluto fortemente. “Non ho avuto dubbi quando sono stato contattato. Il mio agente mi ha fatto conoscere la storia di questa squadra indicandomi quanto bene aveva fatto lo scorso anno. Ho capito che i biancorossi avevano bisogno di me e allora, una volta appurato che l’offerta economica rispondeva alle mie esigenze, ho accettato subito”.
Avventura italiana che lo carica dunque, anche se “non conosco molto bene il campionato -ammette- ma so che è molto competitivo ed equilibrato. Del resto sono qui da due giorni e la prima cosa a cui mi sono affezionato, per ora, è il cibo, la pasta in particolare. I miei hobby? Sono un ragazzo semplice. Amo dormire e fare shopping oltre che i tatuaggi. Ne ho così tanti che non riuscirei nemmeno a contarli; quello a cui sono più legato si trova sulla spalla sinistra. È un angelo fatto in ricordo di mio padre scomparso da poco”.
Ieri hai conosciuto i tuoi nuovi compagni. Impressioni? “Ero veramente ansioso di allenarmi e non vedevo l’ora di calcare il parquet. La prima impressione è stata molto buona; siamo una squadra profonda con diversi terminali che possono andare a canestro. Ho trovato dai tifosi lo stesso calore del pubblico che c’era anche in Israele. So che la loro sarà una spinta necessaria e fondamentale non solo per me ma anche per tutti noi”.

Marco Gandini