Si sa, il derby contro Cantù non è mai una partita come le altre. Lo sa bene Fabrizio Frates che alla vigilia del match la etichetta come “speciale”.
“Non ci sarebbe altro da dire, perché abbiamo tutte le motivazioni per affrontarla con testa e la dovuta dose di elettricità. Si tratta di una gara che ha fatto la storia della pallacanestro italiana, disputata dai più grandi cestisti che abbiano mai calcato i parquet dei nostri palazzetti. Coloro che hanno già avuto modo di vivere una partita così sanno l’importanza del match; per quanto riguarda gli altri, invece, sentono fortemente l’atmosfera che si respira. So che alla fine è una gara che, come tutte le altre, mette in palio solo 2 punti, eppure è speciale e i nostri giocatori non la devono affrontare con ansia, bensì con la felicità di essere protagonisti di un evento così seguito e così atteso”.
Cantù, squadra dal grande valore. “Non abbiamo paura, ma siamo consapevoli della loro forza. Sono molto organizzati grazie anche al lavoro di un allenatore storico come Stefano Sacripanti e a giocatori di assoluta importanza come Aradori e Leunen. Hanno due centri complementari, l’uno grande e grosso l’altro piccolo ma molto atletico, e due giocatori come Ragland e Jenkins, il primo leader assoluto mentre il secondo guardia dalle spiccate qualità difensive. E noi? Noi stiamo bene. Ci siamo allenati bene in questi giorni recuperando sia Rush che De Nicolao che ha risolto in gran parte i problemi fisici che la avevano tenuto fermo nel match contro Valencia”.
Nelle storie migliori una eventuale vittoria domenica potrebbe dare la giusta carica elettrica ad un ambiente piuttosto insoddisfatto. “In un momento così qualsiasi vittoria potrebbe darci una mano, anche se i problemi non si risolvono dalla sera alla mattina. Ciò che dobbiamo imparare a fare è trovare quella continuità di risultati che possa davvero aiutarci a prendere il via. Lo abbiamo visto contro Pesaro: quella vittoria ci aveva realmente entusiasmato e ci aveva fatto disputare una gran bella partita contro il Villeurbanne che, però, si è conclusa con una sconfitta. Allora sono ritornate tutto d’un tratto le ombre. Ci serve, per rialzare la testa, riconquistare l’autostima persa”.
Nel frattempo Cecco Vescovi è (di nuovo) presidente della società. “Se lo merita -afferma Frates-, perché si tratta di una persona che ha fatto benissimo fino ad ora risultando impeccabile ed astuto. E’ il principale fautore di una società che è sana in tutti i sensi, partendo dal pareggio di bilancio. Già questo è un grandissimo orgoglio perché in un momento delicato come questo non è facile trovare nel basket una società che progetta e lavora ardentemente giorno dopo giorno per cercare sempre più risorse utili per mantenere viva una realtà come la pallacanestro che, di certo, non è un bene di prima necessità. Nella mia lunga carriera ho visto la morte sportiva di moltissime società; Varese, invece, con sacrificio, impegno e testa sa sempre la cosa giusta da fare. Bisogna essere fieri di questo”.

Marco Gandini