Argentino, nato il 5 gennaio del 1988 a Trelew, giunto in Italia nel 2010; esterno, trequartista o seconda punta. È questo l’identikit di Ignazio Juan Antonio, giocatore del Varese arrivato in prestito l’ultimo giorno del mercato dalla Sampdoria.
Juan, iniziamo dal tuo ruolo in campo. Dove ti piace maggiormente giocare?
“Non ho una preferenza, mi riesce bene fare la seconda punta, ma non mi sottraggo a giocare come esterno nel tridente d’attacco. In passato poi ho giocato anche come trequartista. Mi piace fare tutto, basta essere in campo”.
Come stai fisicamente adesso?
“È difficile dirlo. Sono stato fermo per tanto tempo e non saprei dire quanti minuti ho nelle gambe. È dire una percentuale perché non siamo macchine. Mi sto allenando con impegno e spero di trovare continuità in campo”.
Per la sfida di sabato, ballottaggio aperto tra te e Scapuzzi per sostituire Neto…
“Vorrei tanto giocare anche perché la partita è sentitissima. C’è da dire che non sto ancora benissimo, è giusto che giochi chi sta meglio e il mister fa sempre le scelte più sensate”.
Qui a Varese hai ritrovato Castori: è rimasto come lo avevi lasciato?
“La situazione è completamente diversa, ma lui è rimasto lo stesso. Ad Ascoli la squadra si doveva salvare e il mister cercava di motivarci in tutti i modi; qui a Varese gli obbiettivi sono diversi, siamo in ballo per i playoff e lui sente che può essere un’occasione anche per lui. È sempre competitivo con ambizioni diverse. Lo ammiro perché è uno che non si accontenta”.
Cosa ti aspetti dalla sfida contro il Verona?
“Stiamo vivendo un momento positivo e dobbiamo continuare così sbagliando il meno possibile. In campo si lotterà, cerchiamo di non perdere terreno in classifica ma chi è obbligato a vincere è il Verona, non noi. Il campionato è ancora lungo”.
Che gruppo è il Varese?
“Assolutamente molto umile e tranquillo. Non sentiamo la pressione, siamo sempre sereni e nello spogliatoio c’è un’allegria che rende tutto sempre magico. Non tutte le squadre ce l’hanno, noi sì. Ridiamo e scherziamo sempre serenamente, viviamo tutto con il sorriso, ma senza leggerezza. Questo è lo spirito del Varese. C’è poi un’altra cosa importante: siamo un gruppo abbastanza giovane che mescola ai veterani le nuove leve. Questa freschezza secondo me fa bene ad ogni gruppo perché stimola la concorrenza e la competizione”.

Elisa Cascioli