Dopo la prima puntata di ieri, ecco il secondo appuntamento con l’alfabeto dedicato alla Cimberio. Dalla D di “DeNik” alla F di Fortuna, passando per Dunston ed Ere.

D come DE NICOLAO, Andrea: l’ho già scritto in altre occasioni, non mi aspettavo un giocatore così forte, così intenso, così d’impatto. Mezzi fisico-atletici da nero, letture del gioco in continua crescita qualitativa, carattere e grinta da mettere in vetrina al supermercato, atteggiamento sempre positivo, duro, determinato. Per me: promosso su tutta la linea anche se, al suo primo playoff da attore vero, ha prodotto pochino. Ma a 21 anni, certi alti e bassi si possono pure perdonare.
D come DUNSTON, Bryant: se Banks è stato l’outsider dei primi tre mesi, “Big Mama” lo è stato per tutto il campionato. Anche se mancherà sempre la controprova con lui in campo al 100% la serie contro Siena avrebbe probabilmente, secondo me certamente, assunto una connotazione diversa. Non tanto in attacco, fase del gioco in cui Bryant possiede un bagaglio tecnico non eccelso, quanto in difesa. Uno dei punti di forza della Cimberio è stata la presenza difensiva di Dunston e insieme alle stoppate – oltre 2 di media -, è davvero impossibile contare tutte le situazioni in cui DB ha chiuso l’area, aiutato, costretto gli attaccanti a cambiare traiettorie di tiro, creato una palla recuperata, fatto girare al largo chiunque avesse avuto voglia di iniziative suicide. Potrei continuare ancora a lungo nell’esprimere considerazioni positive su di lui: mi limito a dire che la sua assenza si è sentita più nella nostra area che, infatti, contro Siena è diventata zona di caccia libera per il terzetto Brown-Hackett-Moss. Per il futuro sono curioso, come tutti, di capire quali saranno le sue scelte perché, per quello che ha mostrato, non credo abbia nè la la taglia fisica per giocare da centro protagonista nella NBA, né la struttura tecnica – non mette la palla a terra, ha un tiro “battezzabilissimo” dai 4-5 metri, da 3 punti, mai visto -, per giocare da numero 4. Ma lo ammiro umanamente, so che lavora sui suoi limiti e spero per lui di sbagliare.
E come ERE, Ebi: giocatore di grande rendimento che ha confermato tutto il suo valore. Uno dei pochi che, a mio modestissimo parere, possa dire di essere uscito a testa alta anche dal playoff contro Siena perché, al di là delle cifre non esaltanti in attacco, in difesa si è spremuto come un limone per opporsi ad un satanasso come Moss provandoci fino all’ultimo. Non fosse altro che per questa ragione: massimo onore e rispetto!
F come FORTUNA: poche palle! Nell’arco di una stagione conta. E non poco. Il caso di Dunston, mai nemmeno un raffreddore ma fuori causa nel momento decisivo, è emblematico.

Domani la terza puntata…

Massimo Turconi