Stefano Sorrentino, portiere del Palermo, prossimo avversario della squadra di Sottili, figlio d’arte (suo padre Roberto fu un portiere) ed ex biancorosso ha trascorso a Varese proprio il suo primo anno da titolare nel cosiddetto “calcio dei grandi”. Si dice che non si è veri calciatori se non si finisce sull’album delle figurine Panini, Sorrentino ci è finito a più riprese con le più disparate maglie della massima serie, ma la sua prima figurina (nella foto a lato) è stata proprio quella in maglia biancorossa nell’album del Varese edito dal nostro editore Sunrise Media. Era il 2000-2001, Sorrentino aveva 20 anni, in panchina c’era Beretta e la squadra in Serie C1 sfiorò i playoff per la B.

Che ricordo hai di Varese?
“È stata una tappa fondamentale della mia carriera che mi ha insegnato molto. La stagione fu bella e importante, e per me è coincisa con il primo anno da titolare nel mondo dei professionisti, all’inizio ho trovato qualche difficoltà e poi sono cresciuto tantissimo. Ero un ragazzo di neanche 20 anni che ha vissuto un anno emozionante”.
Che formazione era?
“Un mix di giovani come me, Gasbarroni e Balzaretti e di giocatori d’esperienza come Gheller, Gorini, Bandilari e Borghetti. Quel gruppo mi ha lasciato molto sotto il profilo umano. Anche fuori dal campo ho trovato persone uniche e speciali”.
Tipo?
“Ho avuto la fortuna di conoscere Michele Marocco con il quale è nata una profonda amicizia. Mi sono legato molto a Stefano Capozucca e al preparatore dei portieri Panciarotti”.
Ricordo più bello e più brutto in biancorosso?
“Diciamo che il periodo iniziale non fu semplice, pagai un po’ di inesperienza e mi ricordo che mi arrivarono delle critiche. Anche perché mi ritrovavo a sostituire un giocatore come Maurizio Brancaccio. Ho fatto fatica a smaltirle, ma poi quelle stesse critiche si trasformarono in applausi a fine stagione e questo è il ricordo più bello”.
Torniamo al presente, incontri il Varese da avversario per la prima volta…
“Devo dire che un po’ mi fa effetto, ma credo che sarà molto più emozionante venire a giocare a Varese”.
Che avversario ti aspetti?
“Il Varese è una squadra complicata da affrontare, che può farci pagare caro anche un solo errore. In questi anni la società ha saputo confermarsi ai piani alti e ciò vuol dire che c’è una buona organizzazione. È una squadra molto temibile”.
Pavoletti ha voglia di tornare a segnare…
“Il Varese ha attaccanti che fanno la differenza in B e che potrebbero stare tranquillamente in Serie A. Non è il solo Pavoletti quello da temere. Ho la sensazione che il Varese di oggi richiami quello in cui giocavo io, ovvero di una squadra che dove non ci arriva con la tecnica, ci arriva con il gruppo”.
Il Palermo ha un unico obbiettivo: tornare in Serie A…
“Un solo e unico traguardo e dobbiamo centrarlo prima possibile. Una piazza come Palermo merita di stare in Serie A”.
Che presidente è Zamparini?
“Fa parte del mondo del calcio da tanti anni e lo conosce molto bene. E’ famoso per i cambi di allenatore, ma non è solo questo: è una persona intelligente e generosa. Ce ne fossero come lui nel mondo del calcio. È molto positivo e la sua irruenza è data dal grande amore che ha per la squadra”.

Elisa Cascioli