È arrivato al Varese tre stagioni e mezzo fa dall’Itala San Marco, ha esordito in biancorosso con il gol contro il Benevento (1-1 il finale), ha vinto i playoff perla Serie B, categoria in cui adesso è protagonista da tre stagioni. Leonidas Neto Pereira, è più di un capitano per il Varese: un simbolo, una bandiera per i tifosi e anche un esempio da seguire.
Come ci si sente ad essere un punto di riferimento per la squadra e per i tifosi?
“Mi fa molto piacere e mi rende onorato. Sicuramente, insieme agli altri due veterani Zecchin e Corti, sento un po’ di responsabilità in più e cerco insieme a loro di trasmetterla agli altri compagni”.
Dopo tanti anni di “ibernazione” nei campionati minori sei arrivato nel calcio che conta proprio con il Varese…
“La gavetta è stata lunghissima. Tanti anni in D e poi in Seconda Divisione con l’Itala San Marco mi sono comunque serviti. Poi per fortuna è arrivato il Varese, la grande occasione. Sapevo sarebbe stata una delle mie ultime chance e ho deciso di prenderla al volo. Sono saltato su un treno in corsa e devo ancora scendere”.
Il ricordo più bello di questi anni?
“Ce ne sono tanti. La promozione in B è stata un’emozione unica, ancor più bello l’esordio in casa del Torino e il mio primo gol nella serie cadetta (2-0 il finale con anche la rete di Buzzegoli ndr). Diciamo che quello più bello in assoluto deve ancora arrivare”.
Tante stagioni a Varese con Sannino, Maran e Castori come allenatori, tanti volti nuovi, ma lo spirito non è cambiato. Qual è la forza della squadra?
“Il Varese ha saputo rimanere fedele a se stesso mantenendo la sua spina dorsale. Non a caso, infatti, la squadra lotta anche quest’anno per obbiettivi importanti. La fame di vittoria e la voglia di lottare è rimasta tale e ci permette di rimanere su alti livelli”.
Quest’anno c’è stato un periodo difficile a metà del girone d’andata, con la squadra che non ha vinto per una serie lunghissima di partite. Come è arrivata la svolta?
“È stato bravo mister Castori a darci la giusta tranquillità e a farci capire che con il lavoro e la pazienza ne saremo usciti. Così è stato. Ci dice sempre che dobbiamo rimboccarci le maniche senza piangerci addosso”.
Veniamo all’attualità: la squadra è reduce dalla brutta sconfitta contro il Lanciano…
“Abbiamo analizzato la partita insieme al mister cercando di capire cosa abbiamo sbagliato. Dobbiamo metterci alle spalle quella prestazione e proveremo a farlo già con il Modena, riscattarci è il miglior modo per digerire e mettersi alle spalle una giornata negativa”.
Sabato arriva il Modena: obbiettivo tre punti?
“Sicuramente vincere è un obbligo perché Sassuolo, Livorno e Verona rischiano seriamente di scappare e prendere il largo. Noi non possiamo fermare la loro corsa, quindi non ci resta altro che mantenere il passo o almeno tentare. Dobbiamo stare attenti e fare più punti possibili senza dimenticare di guardarci alle spalle”.
Quanto pesa psicologicamente dover vincere per forza?
“Vincere sempre non è facile, soprattutto in questa categoria dove c’è grande equilibrio tra le formazioni. È difficile affrontare ogni avversario, non ci sono partite ‘già vinte’ sulla carta. Quindi vincere è difficilissimo e se non si è in ottima forma diventa veramente dura. Per questo bisogna preparare bene e nei minimi dettagli ogni partita”.
La corsa è sul Verona, al momento terzo, o alla fine sarà sul Livorno, attualmente in seconda posizione?
“Personalmente penso che Verona sia la squadra più forte di questo campionato, costruita per vincere e alla fine andrà direttamente in A. Anche il Livorno è una buonissima formazione. Per noi i playoff restano un obbiettivo tangibile, dobbiamo soltanto crederci”.
Tornando a te, stai vivendo un momento strepitoso, sei reduce da due prestazioni più che positive, da 8 in pagella…
“Sì, dopo qualche infortunio sto migliorando fisicamente e mi sento bene. Sono in netto miglioramento e spero di continuare su questa strada”.
Giulio Ebagua è arrivato in doppia cifra, qual è l’obbiettivo per te?
“Sono molto contento per Giulio perché arrivare in doppia cifra è una grande soddisfazione e non è da tutti. È un obbiettivo difficile e mi farebbe piacere, ma non penso mai a me singolarmente, mi piace pensarmi come membro di una squadra. E voglio fare il bene del Varese, il mio viene dopo”.
Capitolo mercato, tante offerte rifiutate per te che hai fatto del Varese una scelta di vita…
“Mi aveva cercato il Brescia quando era in Serie A e l’anno scorso c’è stato l’interessamento del Novara, ma non ci siamo neanche andati a parlare perché la mia volontà era, ed è, quella di arrivare ai massimi livelli con questa maglia”.
Pensi di chiudere qui la tua carriera?
“Ho il contratto fino all’anno prossimo. Per il futuro vedremo, adesso mi godo il mio Varese con i successi che verranno, perché comunque andrà sarà un successo”.

Elisa Cascioli