Foto, testimonianze, ricordi delle persone che gli sono state più vicine. A un anno esatto dalla sua scomparsa, la vita di Peo Maroso, molto più di una bandiera biancorossa, è stata racchiusa in un libro. “Peo Maroso. Leggenda del Calcio. Bandiera del Varese” è già in vendita in tutte le librerie di Varese al costo di 20 euro. Il volume è stato presentato questa mattina al Ristorante Montello dall’autore, il giornalista de “La Provincia di Varese” Stefano Affolti. Con lui si sono seduti al tavolo anche Virgilio Maroso, figlio di Peo, l’ex ct della Nazionale Under 21, Devis Mangia e il presidente del Varese Nicola Laurenza. “Una cosa mi è più rimasta impressa di Peo – racconta Mangia -: quando le cose andavano bene non si faceva mai sentire, ma nei momenti difficili era il primo ad alzare il telefono. Così è stato dopo che mi hanno esonerato a Ivrea. E’ bello ricordarlo in questo modo”.
All’evento non sono voluti mancare gli ex biancorossi Pietro “Gedeone” Carmignani, Ernestino Ramella e Vito De Lorentis che ricordano il Peo con un filo di commozione: “Era una gran bella persona e manca a tutti noi – le parole di Carmignani -. Era sempre presente nei momenti difficili e pronto a dare i consigli giusti. Me li ha dati sia quando ero un giovane giocatore, sia quando poi sono diventato allenatore”.
“Per noi è stato come un padre – ricordano De Lorentis e Ramella in coro -, ci ha cresciuto come dei figli. Ci ha preso all’età di 14 anni nel settore giovanile  e poi ci ha portato in prima squadra insegnandoci molte cose”.
Oltre al presidente Laurenza, presenti per la società biancorossa anche il responsabile del Settore Giovanile, Giorgio Scapini con il suo braccio destro Mario Belluzzo, la responsabile marketing, Paola Frascaroli che è stata pubblicamente ringraziata da Virgilio Maroso, l’ufficio comunicazione con Michele Marocco e Stefano Ferré e il team manager Silvio Papini, anche lui ex giocatore del Varese. “Peo era un grande allenatore – dice Papini -. E il Varese di oggi è nato anche grazie a lui. Non basta un libro per racchiudere il suo personaggio. E’ stato amato da tutti: giocatori, allenatori, addetti ai lavori e tifosi”. Non a caso proprio la Curva Nord del “Franco Ossola” è dedicata a lui: “Peo è un esempio da seguire per tutti – dicono i ragazzi della Curva presenti al Montello -. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo come allenatore e come presidente; purtroppo non lo abbiamo potuto ammirare come giocatore. Aveva un grande rispetto per i tifosi ed era attaccato ai colori biancorossi più di tutti noi”.

Elisa Cascioli