Pina: ciao Gina.
Gina: ciao Pina. Le settimane volano e noi saltiamo qualche appuntamento.
Pina: ma si dai, alla Sunrise ci vogliono bene lo stesso e poi, vuoi dire che qualcuno ci resta male se abbiamo rallentato un po’ il ritmo. Oh, dopo tutto abbiamo la nostra bella età.
Gina: e inoltre, mi sembra che alla redazione gli argomenti non mancano. Di tutto di più!
Pina: iniziamo dal peggio. Mi han mandato via il Castori…
Gina: che tristezza! Lo so che i soliti professoroni dicono cha nel calcio quando le cose vanno male a pagare per tutti è l’allenatore, la menata del risultato, della scossa…
Pina: per generare la scossa che serve al Varese di quest’anno non basterebbe una centrale idroelettrica! Quando questa squadra è stata ridisegnata e ritoccata mi sa che in società hanno pensato di avere ai play off come un diritto acquisito. Solo che Castori di nome fa Fabrizio e non Pio.
Gina: che roba brutta. Cià guardiamo al di là del piazzale che ci tiriam su il morale.
Pina: d’accordo. Però, prima di parlar della Cimberio del mago Vitucci lasciami parlare dei ragazzi del basket in carrozzina che hanno conquistato la promozione in A2. Oh quanto piangere ho fatto. E mica solo io eh! Anche il Bazzi, il Marinello e tutti quelli che si sono avvicinati alla squadra dando una mano in campo e fuori. Che bella emozione. Negli ultimi minuti della partita decisiva mi veniva fuori il cuore.
Gina: a chi lo dici? In quel palazzetto lì di Cremona conciato come un capannone dismesso dell’Aermacchi di Via Sanvito Silvestro tutto ad un tratto mi sembrava di esser seduta in tribuna al Madison Square Garden di Los Angeles…
Pina: eh già! Due miracoli in uno. Bestia! Il Madison è a News York! E ti dirò, sarà anche un tempio dello sport americano e mondiale ma non è che sia messo tanto bene.
Gina: bello come il nostro glorioso palazzetto dello sport Lino Oldrini non ce n’è! Nel derby con Milano lo sentivo ballare sotto i piedi. L’entusiasmo dei varesini ha lo stesso effetto di un terremoto, per fortuna benefico.
Pina: porca bestia se viaggia sta Cimberio! Per metter via Siena e Milano c’è d’aspettare ancora un po’ ma sta creatura bianca in casa e rossa in trasferta fa proprio sul serio. Fossi stata la zia di Scariolo, domenica scorsa gli avrei telefonato per dirgli: oh, neud, ma lassa sta!
Gina: eh si ciao. Lo Scariolo l’è un fiur de profesionista. Ha 750.000 buone ragioni per stare dove sta!
Pina: non dirmi che…e poi tagliano le pensioni! Ma porco il Giuda!
Gina: che invece non è porco perché almeno lui si è impiccato per la vergogna. Invece quelli lì che stanno giocando a Roma, nuovi e soprattutto vecchi, per metter su uno straccio di presidente che in Italia conta come il due di picche, la vergogna non sanno neanche cos’è!
Pina: uella come si spazia da un argomento all’altro! Hai anche te una rosa di candidati per il Colle?
Gina: no, io gli darei un sacco di legnate sul collo a quella gente lì che mentre la nave va a fondo la portano in secca per fargli fare l’inchino. Altro che Schettino! La nostra povera Italia è piena di Schettini!
Pina: te la chi la grillina. E quindi?
Gina: e quindi voltiamo pagina e facciamo gli auguri sinceri alla pallavolo Unendo Yamamay che ha iniziato i play off conciata come l’ Inter.
Pina: eh adesso! Non offendere. Magari l’Inter avesse avuto il ruolino di marcia delle farfalle.
Gina: ma io mi riferivo agli infortuni, Prima la Lloyd adesso la Pisani. Uè non sono mica due qualunque!
Pina: in effetti. Va bè, intanto hanno cominciato bene i play off. Mò stiamo a vedere. E comunque non è che ogni anno possono vincere tutto. La vittoria più bella è quella di avere un palazzetto sempre strapieno e un entusiasmo intorno alla squadra unico in Italia e forse anche nel mondo.
Gina: ho capito ma siamo in Italia, alla fine la miglior ricetta con relativo antidoto alla pandemia italiota è la vittoria.
Pina: è vero, a Busto però la pallavolo viene vissuta diversamente. L’allenatore è lo stesso da una vita e chi arriva respira un’aria rara. Arrighetti docet.
Gina: oh Signur mò mi rispolveri anche il latino.
Pina: va bè. Insomma, qualche settimana fa eravamo senza Papa, senza governo e senza Presidente della Repubblica. In confronto alla politica la religione vola.
Gina: come dice il Papa Francesco “non fatevi rubare la speranza”…
Pina: la speranza di cosa? Adesso non puoi neanche più portare il tuo bambino alla maratona sicuro di poterlo riportare a casa sano e salvo!
Gina: con tutto il rispetto per il Papa, mi sembra che oltre alla speranza negli ultimi vent’anni ci hanno portato via una valanga di cose: parole, soldi, salute, per dirne tre in ordine inverso. E’ dura pensare che qualcosa possa cambiare. E’ dura aver speranza. Forse più dura ancora di aver fede. O forse sono la stessa cosa e quindi quando hai l’una automaticamente hai anche l’altra? Mah…
Pina: oh Gina, stai alzando troppo il livello. Non ti sto dietro. L’unica cosa che mi hanno insegnato i nostri vecchi è che chi vive sperando muore…
Gina: dai! Non buttarla sul grasso! Stavo facendo un discorso serio.
Pina: ho capito! Volevo solo dire che per la gente come noi sta storia della speranza è un po’ una menata. E la fede, beato chi ce l’ha.
Gina: per non sbagliare domani mattina vado in Chiesa e accendo una candela per chi sta peggio di noi e per le nostre squadre
Pina: il lumino del Varese è già acceso
Gina: ma piantala! Vediamo un po’ sto Agostinelli se ci capisce qualcosa di ciò che gli hanno messo in mano. L’inizio non è stato dei migliori. Allenamento a porte chiuse, mamme e bambini della scuola calcio a casa per… “allenamento annullato”.
Pina: ma come? Il Varese è di Varese, una famiglia, l’atmosfera magica del campetto in sintetico protetto dall’alto dal prof. Speroni e poi, la prima squadra fa cilecca e si chiude baracca e burattini lasciando a casa, insieme al mister dei grandi anche i bambini. Va che ce ne raccontano di balle…
Gina: ma noi italiani siamo nati per sentir balle. Dalla prima frignata quando ci raccontano che siamo un sistema sanitario all’avanguardia all’ultimo respiro quando i nostri “cari”, con noi ancora caldi, giocano a rollerball per i quattro soldi che forse, siamo riusciti a metter via per…non sappiamo nemmeno noi per cosa.
Pina: eh si, me lo diceva sempre la mia nonna Carlotta: “una mama l’ha tira grand dés fioeu ma dés fioeu ga fan mia drè a una mama”.
Gina: parole sante, Pina. Uè s’è fatto tardi. Oh ma proprio non mi vuoi dire niente del Pistorius?
Pina: anmò! Scolta Gina: se tu fossi la mamma della Sara Scazzi o di quella mamma con il suo bambino ammazzati dall’Olindo e dalla Rosa, oppure di quella povera ragazzina trovata morta in mezzo a un campo o comunque coinvolta in uno dei tanti casi ancora infarciti di misteri con condanne e assoluzioni decise con metodi e motivazioni da far accapponar la pelle, ti piacerebbe sentir pseudo esperti e gente comune ganassare a pieni polmoni magari con il ditino dritto verso di te? A me no! Io sono una povera donna che ha cercato e cercherà fino alla fine dei suoi giorni di fare il suo per il prossimo. Ecco, tornando alla “speranza”, io spero che a chi sbaglia e non paga in vita gli arrivi una bella condanna con gli interessi nell’altro mondo.
Gina: sempre che ci sia un altro mondo e comunque ci hanno insegnato che Dio è buono e perdona tutti
Pina: si va bè allora facciamo così: vale tutto e si salvi chi può! Poi mi dai della volgare quando dico che chi vive sperando muore…
Gina: aaaahhhhh ci risiamo! Cià finiamoli qui Pina, ci siamo infilati in discorsi da fare a mente fresca e qui invece è cominciato il caldo
Pina: …che aggiunto alle scalmane mi sembra di prendere fuoco…
Gina: ah perché adesso vuoi dirmi che hai ancora le scalmane! Fa na bela docia Pina e dopu fa’n bel sugnet. Basìn.
Pina: basìn Gina.
Pina & Gina