SIENA – Sono occhi e cuori pieni di speranze quelle dei tantissimi tifosi varesini accorsi al PalaEstra di Siena per incitare la Cimberio e spingerla verso la conquista della Supercoppa Italiana.
Contrariamente dai mugugni sentiti nel corso di questa preseason, i tifosi, pur consapevoli della difficoltà, ci credono.
“Sono molto eccitato -racconta Andrea– La vedo dura perché Siena è un’avversaria molto tosta, però abbiamo rinforzato l’organico pur dando via giocatori ottimi per cui speriamo. Si sa che Varese fa tutto bene fino all’ultimo salvo poi cedere nel finale; mi auguro che stasera possano reggere fino all’ultimo”.
“Spero che finisca come in occasione di gara-6 di semifinale dell’anno scorso -racconta Marco– anche se non con un finale così al cardiopalma. Varese è una buona squadra, ma Siena ha il fattore campo a favore e il fatto che giochi in Eurolega la rende un’avversaria più che pericolosa”.
“Speriamo di tirare fuori la partita perfetta -gli fa eco Massimiliano-. Secondo me ci siamo un po’ indeboliti rispetto alla passata stagione, ma dobbiamo dare tempo ai nuovi di inserirsi e all’allenatore di creare la giusta alchimia di squadra”.
“Siamo qui per annullare il fattore campo -tuona Nicolò– perché non è giusto che un trofeo così si giochi in casa di una delle due squadre; noi siamo qua per i ragazzi, affinché si sentano ugualmente in casa. Chi deciderà il match? Ovviamente Sakota!” “Non credo che ci sarà un giocatore in particolare che saprà distinguersi -raccontano Andrea e Giovanni-. Si deve giocare con il cuore. Speriamo di raccogliere i frutti della passata stagione anche se le mie sensazioni non sono molto positive; ma in una partita secca tutto può accadere”.
“Torniamo dopo cinque mesi in questo palazzo -il commento di Roberto– con rinnovata fiducia anche se non è per niente facile. La partita secca non può che aiutarci sotto questo punto di vista”.
“Prima trasferta della mia vita -commenta Francesco-; i miei amici mi stanno facendo scoprire la bellezza di questo sport, e della Cimberio in particolare, giorno dopo giorno. Spero di ricordare questa esperienza con estremo piacere”.

Marco Gandini