Sabato 30 novembre si è disputata Varese – Cittadella, gara d’esordio per Mister Gautieri che ha visto la vittoria dei biancorossi per 2 a 1, e fra i 2200 spettatori del Franco Ossola, un ospite d’eccezione, Livio Bordoli, attuale allenatore del Lugano.
E proprio il mister si è concesso ai microfoni di Varese Sport per una breve intervista.

Livio allenatore ma non solo: parlaci della tua carriera calcistica e da coach.
“Ho iniziato a giocare a Locarno, poi sono passato per due anni nella serie C tedesca, ma dopo due stagioni sono ritornato in Svizzera ed ho giocato a Basilea, Ascona, Locarno, Bellinzona, Old Boys e Chiasso.
La mia prima panchina è stata quella dell’Ascona in serie C, ma la stagione successiva sono finito a guidare il Tresa sempre in Serie C. Poi sono approdato in serie D e per ben 10 anni il mio incarico è stato quello di responsabile del settore giovanile del Losone. Chiusa quest’esperienza è stato A.C. Bellinzona a volermi sempre in qualità di responsabile tecnico del settore giovanile, dove sono rimasto per tre anni. Tre anni anche nella primavera del team Ticino, poi è stata la volta della serie B: la mia prima squadra in questa serie è stata il Locarno, incarico di un anno per le stagione 2008/09. Nel 2010/11 invece sono diventato tecnico del Wohlen, sempre in serie B, e successivamente del Chiasso e del Bellinzona. Infine la stagione in corso: sono allenatore del Lugano, ed ho un contratto fino a giugno 2014”.
Quali sono le differenze principali tra il calcio svizzero e quello italianoo?
“Le differenze sono enormi soprattutto in fatto di budget: basti pensare che la migliore squadra di serie B svizzera raggiunge un budget massimo di 3 milioni di euro. Poi ci sono molte differenze in fatto di stadi. Non é concepibile che una squadra come Varese e così molte altre squadre di serie B italiane debbano giocare in complessi rudimentali, vecchi e poco accoglienti. In Svizzera il Franco Ossola non sarebbe omologato per giocare le partite di campionato. Ed infine il mio punto di vista sul lato tecnico: diciamo che è un po’ complicato dare un giudizio dopo una partita, ma mi sembra di ottima qualità. Io credo che il Lugano possa essere collocato a metà classifica della serie B italiana”.
Qual è il tuo giudizio sul Varese ed in particolare sulla partita che hai visto?
“Ho visto un buon Cittadella che sicuramente meritava il pareggio, mentre per il Varese di Gautieri, non era facile assimilare in così poco tempo il 4-3-3, ovvero il suo modulo. Soprattutto per i centrocampisti è stato complicato perché spesso venivano lasciati soli in balia del centrocampo avversario, e si ritrovavano in inferiorità numerica. Io personalmente ammiro allenatori che propongono un calcio offensivo e credo che prima di giudicare il lavoro del tecnico varesotto, bisognerà concedergli del tempo”.
Da giocatore quando militavi nel Bellinzona hai incontrato l’attuale Team Manager del Varese ovvero Silvio Papini, vuoi raccontarci qualche aneddoto?
“Un aneddoto curioso che papo non si ricorderà più, riguarda un episodio calcistico avvenuto agli inizi della mia militanza al Bellinzona: ricordo di avergli fatto un tunnel e contro tunnel, lui ci rimase male e poco dopo la mia caviglia fece la conoscenza della scarpa 42 di Silvio…ho capito che avevo esagerato”.

Claudio Ferretti