Nuvoloni neri  non promettono niente di nuovo alla partenza da Split. Dopo un settantina di chilometri costeggiante un mare cristallino e come sottofondo il frinire delle cicale si comincia a salire e il cielo si scurisce ancora di più, qualche goccia ma poi il maestrale spazza le nuvole scure per quelle più rassicuranti di bianca bambagia. Lo spettacolo mano mano che si sale è splendido, il panorama però ammorbidisce la fatica. Per queste granitiche colline ci vogliono muscoli di granito.  Alla fine della salita si decide di fare sosta in qualche chioschetto di paese. Ci accoglie un profumino di brace e la tentazione è tanta nel vedere il grill così invitante. Ma bisogna pedalare. Nel frattempo il comandante Chini (della polizia nautica provinciale) lancia il terzo razzo-sos, aggiudicandosi principe del buco con la sua sesta foratura totale.
Scendendo verso Medjugorje si vedono grande imprese che lavorano per far giungere i pellegrini alla chiesa di S. Giacomo. Si passa agevolmente la dogana Bosniaca. Una breve sosta davanti al santuario ci permette anche di immortalarci  in gruppo. Subito si avvicinano italiani di ogni dove, ma anche varesini che vogliono farsi ritrarre con noi. Riprendiamo la corsa con un vento fastidioso e i due chilometri di salita che ci porteranno a Mostar sono durissimi. Ma finalmente ecco il fiume Neretva e il suo famoso ponte. Foto di rito e di corsa in hotel. Domani riposo fisico e spirituale con pellegrinaggio a Medjugorje.

LA QUARTA TAPPA

Claudio Frasson
(foto http://www.vareseineuropa.eu)