Più che rabbia, delusione. I tifosi (oggi accorsi in massa con tantissimi bambini al seguito) sono quasi tutti dello stesso parere: al Varese manca qualcosa. Qualcosa come determinazione e decisione.
Stefano Disaro inquadra la situazione dal punto di vista tecnico: “E’ evidente che serva un’alternativa a Zecchin in mezzo al campo. Per questo, il primo tempo è stato giocato bene, nel secondo tempo un blackout”.
Anche i bambini non riescono ad abbozzare un sorriso per questa partita, anche se il gol provvidenziale di Bjelanovic ha evitato la sconfitta: “Abbiamo iniziato bene – dicono in coro Amin Baalaoui e Alessio Scala – ma poi si è rotto qualcosa. Certo, anche l’arbitro si è un po’ addormentato… ”.
Il Varese visto dai tifosi non azzanna il match come dovrebbe, e se l’avversaria è l’ultima in classifica (che ha tutto da perdere) allora sono guai.
“Serve più possesso palla – l’opinione di Alessandro Baturi -, ci sono stati fin troppi lanci lunghi. Il brutto è che però siamo andati sotto fisicamente quasi subito, i rimpalli erano tutti loro. Probabilmente i biancorossi hanno preso l’impegno sottogamba, non c’è altra spiegazione “.
Nando è, se possibile, ancora più radicale. Nonostante la brutta prova di Pavoletti, però, la maggior parte dei tifosi lo assolve da (quasi) ogni colpa :
“La preparazione atletica non va bene. Dov’era la cattiveria nei contrasti? I cambi, poi, vanno fatti prima. Bjelanovic ne è l’esempio. Non è stata colpa di Pavoletti, ha avuto pochissimi palloni giocabili, lui ha corso tantissimo e si è sbattuto. Ci serve la convinzione di essere forti”.
Ivan Trepiedi è nostalgico: “Questo fantastico pubblico mi ha ricordato gli anni ’80. Meritava molto di più. Doveva essere la partita della ripresa, e invece…Dobbiamo avere più fame come all’epoca di Sannino, ogni partita era una lotta. Così non si sale in Serie A”.
Sarà vero? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Luca Mastrorilli