Nessuna nuova, buona nuova. Un detto che non si addice troppo alla situazione del Varese che è sospesa in un limbo oramai da più di una settimana, ovvero da quando chi tirava le fila, il presidente Antonio Rosati ha deciso di approdare altrove, volando in Serie A come vice di Enrico Preziosi. Da allora nei suoi pensieri c’è il Genoa. Il Varese non è di certo diventata una società da vendere e dimenticare, se è arrivato dov’è il merito è di ciò che ha coltivato sulla piazza biancorossa, e Rosati lo sa bene. Ma a questo punto, se la volontà dell’ex presidente è quella di acquistare parte delle quote del Genoa, il Varese è diventato quasi un fardello dal quale liberarsi, non senza però garantirgli un futuro certo. Non a caso Rosati si è fatto sostituire da Nicola Laurenza, un uomo capace di offrire diverse garanzie all’ambiente e che ha aiutato, e continuerà a farlo, il Varese come main sponsor da diversi anni. A questo si è aggiunta la sua volontà di dare continuità al suo progetto attraverso le figure di Montemurro e Milanese. Il direttore generale e il direttore sportivo sono due punti fermi, al momento. Non si esclude infatti che possano esserci altri cambiamenti, inevitabili in caso di passaggio di proprietà. A chi? Le ipotesi restano quelle propinate nei giorni scorsi e portano o in direzione Napoli, da Vitiello e Fabozzi, o in direzione Bergamo, da Pierpaolo Marino, stretta conoscenza del direttore generale Carpino. Chi vivrà vedrà, ma il tempo stringe, la piazza necessita di chiarezza e all’inizio della stagione manca poco piú di un mese, 30 giorni volano in fretta. Il silenzio è d’oro, ma la piazza varesina ha sete di novità augurandosi che arrivino al più presto in modo tale da concentrare l’attenzione già sulla prossima stagione. Si attende un altro terremoto… e poi la quiete dopo la tempesta.

Elisa Cascioli