Una ricca esperienza a livello calcistico come giocatore, Lele Ambrosetti ha ufficialmente iniziato oggi il suo cammino nel Varese, società che conosce bene perché è nato nella Città Giardino e ha vestito la maglia biancorossa da calciatore. Questa piazza dunque per lui rappresenta qualcosa di speciale.
Serio e pacato, dosa bene le parole prima di pronunciarle. E quelle che sceglie sono dirette e taglienti.

20140428_175012Il nuovo d.s. si è presentato alla stampa oggi pomeriggio. A rompere il ghiaccio è stato il presidente Nicola Laurenza che ha posto l’accento sulle “qualità tecniche oltre che umane” di Ambrosetti. “È uno che lavora per passione e per amore, caratteristiche che deve avere chi vuole far parte del mio staff”. Il suo arrivo non è stato dettato dal momento difficile con il quale la squadra si ritrova a dover fare i conti: “Era già in programma di presentare la nuova figura dopo Pasqua – continua il presidente –. Speravamo di farlo a salvezza ottenuta, non è avvenuto, ma non aveva senso aspettare oltre”.

A dare l’incarico ad Ambrosetti è stato il direttore generale Enzo Montemurro: “Avevo bisogno di una persona che mi affiancasse e mi potesse dare una mano. Ha un forte amore per il Varese ed è la persona giusta. Ci sarebbe piaciuto presentarlo in una situazione diversa, ci darà una mano ad uscire da questo momento”.

Prima di rispondere alle domande, l’ex centrocampista ci tiene a “ringraziare tutti gli allenatori e i compagni che mi hanno permesso di essere qui adesso. Parlo di Gazzada e del Settore Giovanile del Varese Calcio, due società che mi hanno aiutato a crescere e non solo dal punto di vista calcistico”. Ambrosetti snocciola anche i nomi: “Borghi, Morini, Scandroglio. Vorrei condividere anche con loro questa mia gioia e averli con me in tribuna”.

All’improvviso smette di parlare: “Scusate, ma sono emozionato” confessa. “Il mio incarico è stato una scelta di Enzo Montemurro che mi ha selezionato, spiato e messo alla prova. Lo ringrazio davanti e di conseguenza ringrazio Nicola che ha deciso di puntare su di me.

20140428_172831Ho voglia di lavorare per bene. So qual è il mio compito – prosegue -. Sono pagato per questo. Sicuramente commetterò degli errori, ma l’errore è l’unico margine di miglioramento. Spero di sbagliare meno possibile. Come dice Mourinho ho avuto ‘culo’ perché il primo mio incarico importante (ha avuto un incarico dirigenziale nel Vicenza come osservatore e direttore sportivo) è venuto dalla mia città. In un’altra piazza non sarebbe stata la stessa cosa, ma l’emozione non è sinonimo di paura”.
Ambrosetti sarà affiancato da un’altra persona: “Lavora qui e sarà sempre al mio fianco, ma non è il caso di svelare chi sia”.

L’ex calciatore con un passato nel Chelsea di Vialli racconta di sé: “Non sono pagato per parlare e lo farò poco perché chi parla tanto vuol dire che non lavora. Ho lavorato 12 ore in un’azienda a fare fotocopie per diventarne proprietario. Mi è servito molto perché all’estero le società di calcio sono aziende. La sera guardavo tutte le partite e giravo fisicamente per vederne il più possibile. Mi sono iscritto al corso di Coverciano e su 4mila domande per 30 posti sono stato accettato. Il mio percorso è iniziato da lì. Nessun procuratore può convincermi a comprare un giocatore che non conosco e non esiste un giocatore che non conosco”.

Oggi pomeriggio Ambrosetti ha avuto il primo contatto con la squadra: “I ragazzi sono pronti. Sono uomini e persone per bene. Il mio avvento non ha cambiato nulla. Il Varese quest’anno non retroce – chiosa –. Punto e basta. Non ci sono ricette: si deve solo correre e fare la guerra. Io non permetterò a nessuno di intromettersi nel mio lavoro”.

Elisa Cascioli