Da che esiste, parecchi brasiliani hanno vestito- e vestono- la casacca del Varese 1910 con alterne fortune. Dei presenti, diremo. Di coloro che sono transitati, due, in particolare, hanno lasciato un ricordo indelebile. Internet è una miniera di informazioni e sensazioni. E’ un oceano virtuale con approdi sicuri e stimolanti, acque tranquille ove approfondire le proprie conoscenze, arca di sapienza, piazza informatica per il confronto ed il dialogo, ma anche sepolcro dal quale emergono i peggiori incubi. Pubblicità di una nota marca di birra, giocatori della nazionale brasiliana di calcio schierati per l’inno nazionale. La telecamera scruta ad uno ad uno i volti provati dall’emozione, Emerson, Ronaldinho, Kakà e…Maradona ! Terrore, panico, raccapriccio. Ma è solo un terribile incubo generato dagli Scribi della  tecnologia virtuale che accomunano il diavolo all’acqua santa. La realtà è ben diversa. Il porto sicuro, l’ormeggio protetto, l’unico luogo dove il gioco è allegria, emozione, onore. Benvenuti in Brasile. Cosi’ recita il sito Brasil Futebol. Il sorriso ha il colore verdeoro di Ronaldinho, simbolo di sport-allegria. Varese, terra di laghi, giardini e basket, ospitò le imprese pedatorie di due figli della terra del samba e del pandeiro. Claiton Dos Santos e David Silva Fernandez, brasiliani, sorriso e simpatia, sempre pronti a scherzare con i bimbi della Scuola Calcio che, spesso, li incontravano sul campo. Entrambi di scuola Milan, non generano incubi, non camuffano la realtà. Con lungimiranza, il Direttore Generale Luca Sogliano, piedi argentini ma capacità dirigenziale verdeoro, ha optato per la scuola calcistica inarrivabile sul Pianeta Terra. Certo, Germania 2006 e, a seguire, Sudafrica 2010 ci ha consegnato una Nazionale carioca supponente e presuntuosa, giustamente eliminata, ma il DNA dei calciatori targati Brasil contiene acidi extraterrestri, carburante che fa la differenza. Claiton, ai tempi dell’esperienza biancorossa ventiduenne e  uomo ovunque, ricava le proprie qualità tecniche da Hideraldo Luiz Bellini, “zagueiro” benedetto dagli dei, campione del mondo nel ’58 e ’62, compagno di Garrincha, allegria del popolo. Claiton giunge da Iguaçu, paradiso terrestre, Stato del Paranà, sud del Brasile, fertile, terra di “cataratas”, cascate imponenti e vigorose, trasmettono energia da trasformare in dominio sul rettangolo di gioco. David , allora ventenne,  è nato nel 1986, orribile mondiale per la Seleçao, eliminata ai rigori da una Francia ( sempre lei…) fidanzata della sorte. Terzino sinistro come Claudio Ibrahim Vaz Leal detto Branco, imperatore della Fascia proprio nell’86, campione del mondo nel 1994. David arriva direttamente da Açailandia, stato del Maranhao, nord est brasileiro, sertao e siccità,  patria della favolosa pianista jazz Tania Maria. Dicono di David Silva che ricami le movenze di Sua Maestà Roberto Carlos. Una cosa è certa. I due ragazzi non hanno mai sofferto di “saudade”, il Franco Ossola si trasformava in un Sambodromo ad ogni partita, il ritmo dei tamburi atabaques risuonava per celebrare il  “joga bonito” dei due apostoli verdeoro, un profumo di feijoada invadeva le narici bosine trasformando persino i più duri e puri in “padao” entusiasti della magia verdeoro al servizio della causa biancorossa.

 Marco Caccianiga