20 giugno 1994, ore 17.30, ufficio del Sindaco di Varese dott. Raimondo Fassa
“Scusa Sindaco, ma stasera proprio non posso partecipare al Consiglio Comunale. C’è l’esordio del mio Brasile contro la Russia. E sai cosa rappresenti per me il Mondiale di Calcio”. Parole pesanti come pietre che non lasciano scampo al povero Raimondo, uomo di altissima cultura, preparato, intelligente, brillante, con un unico neo. Ignora totalmente qualsivoglia evento sportivo, al punto da fissare l’assemblea civica proprio per l’appuntamento che per me equivale ad una Messa. In discussione il Bilancio di una Società Partecipata del Comune di Varese. Non scherziamo, amici… Consigliere Comunale ligio al dovere, stavolta non posso proprio tener fede al mio impegno. Motivi religiosi… Il Dott. Fassa, chino sullo scrittoio, molto simile al Silvio Pellico de Le Mie Prigioni, alza gli occhi al cielo ormai assuefatto alle mattane del sottoscritto e, tra il depresso ed il rassegnato, mi apostrofa “Carissimo Marco, è un Consiglio importante da un punto di vista politico. Dobbiamo dare segno di compattezza troncando sul nascere qualunque tentativo dell’opposizione…bla bla bla..” , parla come un libro stampato. E sicuramente è nel giusto. Ma in quel momento io ho la testa altrove, riuscirà Rai ad innescare i due artiglieri Bebeto e Romario? Smette di sproloquiare e mi osserva con occhi interrogativi. “Facciamo cosi” ribatto “io vengo ma mi porto il televisorino”. Raimondo si alza, soddisfatto del compromesso e certamente poco incline a credere alle mie parole. Con aria di sufficienza mi scorta all’uscio sussurrando quasi infastidito “…ma si, ma si, porta quello che vuoi..” Non sapeva, il tapino, di aver creato un mostro…
20 giugno 1994, ore 19, Varese, Piazza Cacciatori delle Alpi
Sono in fremente attesa da una decina di minuti. Spero arrivi, altrimenti è una tragedia. Eccolo! Con andatura da bandolero stanco mi si avvicina Elio Mastrantonio detto Il Mister, amico di calcio e di goliardie. Al telefono sono stato chiaro, “Elio, solo tu puoi aiutarmi. Stasera ho Consiglio Comunale ma gioca il Brasile. So che hai il televisorino a pile. Mettiti una mano sulla coscienza e fai del Servizio Sociale…”. Come sempre accade tra noi, gufa in maniera clamorosa “Ecco lo strumento, tanto ne beccate tre, i cosacchi non scherzano. Ah, guarda che se ti arrestano per avere introdotto indebitamente un elettrodomestico non consentito devi dire che te l’ha procurato Francesco De Paoli detto Zanzara…” Ridiamo, lo ringrazio per il gesto, passo dall’elettricista a comprare le pile e mi dirigo a casa. Inizia la preparazione pre partita…
20 giugno 1994, ore 21.30, Salone Estense, sede del Consiglio Comunale di Varese
Tutti presenti. I miei colleghi consiglieri seguono con attenzione le straordinarie vicende di ASPEM, si appassionano alla manutenzione degli impianti, sgranano gli occhi alla lettura delle cifre, si commuovono all’esposizione precisa e circostanziata dell’Asssessore. Che fortuna! Io invece, che sono un selvaggio, me ne sto rannicchiato sul mio scranno con indosso la maglietta blu di Mauro Silva (non esiste un regolamento comunale sul vestiario, quindi mi scateno…), divorando con gli occhi l’apparecchio salvavita nascosto tra fasci di documenti, il manufatto che mi permette di essere in campo con i ragazzi verdeoro. Fluttuo nell’aria, volo sopra lo Stanford Stadium di Palo Alto in California. Il mio Brasile c’è, abbiamo sfiorato il goal già tre volte. E’ maturo, lo sento… Quasi nessuno si accorge di me, presi come sono dall’alta politica. Minuto 26 della partita. Bebeto si avvia a battere un calcio d’angolo. In quell’istante, a migliaia di kilometri di distanza, l’Assessore termina la relazione. Parte il cross verso il centro dell’area. Il Sindaco Fassa chiede “Se qualche consigliere vuole intervenire, ne ha facoltà…”. Romario (in foto), dal vertice sinistro dell’area piccola, effettua un movimento da cobra aggirando il proprio marcatore e, in spaccata, insacca. Mi sale la pressione, fumo dalle narici, non posso ululare tutta la mia gioia e butto le braccia al cielo. Il Sindaco vede le mie mani in alto e dichiara “Il Consigliere Caccianiga ha chiesto la parola, prego…”. Io vivo in un’altra dimensione. Poco per volta atterro nella vita reale e mi accorgo che sono tutti voltati verso di me. Con tempismo alla Dunga realizzo ciò che è accaduto e, con sommo gaudio, enuncio “Solo per un aggiornamento, il Brasile è passato in vantaggio, goal di Romario!”. Gelo. Terrore. Brivido. La Sacra Assemblea si interroga sgomenta. Il Dott. Prof. Raimondo Fassa è un uomo distrutto, la bocca spalancata, il mento alla Willie Coyote, la fronte imperlata di sudore. Lo avevo avvertito, non si scherza con la Fede… Informati i miei colleghi, torno beatamente a gustarmi il match, lasciando ad altri il compito di scandalizzarsi. Segnalo un piccolo particolare. Una volta scoperto che ero dotato di televisore, una decina di ligi consiglieri di qualsivoglia credo politico, si sono affiancati al sottoscritto, abbandonando qualunque velleità politicamente bellica. Come sempre, la Seleçao rende tutti fratelli…
Marco Caccianiga