Marinello coach bL’Handicap Sport Cimberio si avvicina al capodanno con più di un motivo per festeggiare. Tabella di marcia rispettata in campionato dove Fiorentini e soci sono alle spalle di sua maestà Briantea Cantù, designati come organizzatori di un girone dell’Euro Lega 3 e protagonista su due fronti grazie alla collaborazione con il Gruppo Paraplegici Ticino.
Un impegno totale, gratificante quanto gravoso, che non fa paura alla società varesina.
“Solo chi non conosce la nostra storia e il nostro movimento non può capire fino in fondo l’importanza di questa stagione e tutto ciò che comporta giocarci al meglio questa opportunità – attacca il presidente Carlo Marinello – niente di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo è frutto del caso. Se siamo arrivati in serie A è perché ce la siamo conquistata. Se stiamo ricevendo gratificazioni e consensi anche in campo organizzativo è perché ce li siamo guadagnati. Il nostro sogno era quello di riaccendere le luci sulla nostra Handicap Sport. Grazie a tanti amici ci siamo riusciti ma sappiamo bene che un nuovo black out è dietro l’angolo e quindi vogliamo giocarcela fino in fondo per noi e per chi vorrà e potrà scrivere altri trent’anni di storia”.
Nelle sue parole dette con il sorriso sulle labbra traspare qualcosa di amaro. Sbaglio?
“Poca roba ma c’è -ammette serenamente il pres- solo pochi anni fa eravamo in un teatro di Varese a vedere meravigliosi protagonisti dello sport disabili varesino. Come in una fiaba, una sera su quello stesso palco siamo saliti anche noi, con tanti sogni rimasti nell’aria per tanti, troppi anni. Siamo ripartiti da zero, che per una squadra di basket in carrozzina vuol dire partire da sotto zero, visto che anche un giovane di talento non può pensare di arrivare in palestra e diventare un giocatore dalla sera alla mattina. Ci vuole tempo. Abbiamo provato a  metterci nelle mani di guide tecniche esterne ma abbiamo dovuto rivedere i nostri programmi perché anche il nostro ambiente come qualunque altro va capito e vissuto in ogni sua sfaccettatura.
Dal punto di vista economico abbiamo fatto i conti non con un budget ma con centesimi su centesimi che siamo riusciti a raccogliere grazie alla Pallacanestro Varese e a tanti amici che strada facendo hanno sposato la nostra causa. Niente soldi pubblici o regali, nessun volo pindarico o debito. Per arrivare ad essere un punto di riferimento non solo per la nostra provincia abbiamo scelto la strada più difficile, quella nel DNA dell’Handicap Sport: collaborazione e condivisione”.
Beh se siete meno simpatici di qualche tempo fa e quindi vuol dire che siete cresciuti…
“L’ha prendo come battuta – risponde sorridendo Marinello – ma forse è proprio così. Anche quando ci trovavamo in quaP1450972bttro nella palestra di Valle Olona non abbiamo mai smesso di girare per scuole e unità spinali a promuovere il basket in carrozzina.
I riscontri sono sempre stati meno di zero. Anche quest’anno, in occasione dell’open day organizzato a Varese per contare i giovani che si sono presentati bastano le dita di una mano. Eppure siamo cresciuti e chi è rimasto sta impegnandosi non poco per diventare un giocatore di serie A ma ci vuole tempo. Tutto quello che abbiamo da offrire a chi vuol esser dei nostri è il nostro progetto, le nostre idee, la nostra passione. L’hanno capito due nazionali come Geninazzi e Damiano, l’hanno capito i due svedesi Blomquist e Lindblom con l’ultimo arrivato, il coreano Dong Hjeon. Forse qualcuno pensa che questi giocatori veri siano arrivati a Varese per grazia ricevuta o a fronte di ingaggi da favola. L’Handicap Sport vive solo grazie a chi ne condivide ideali e obiettivi. Siamo una realtà che può sopravvivere solo se dal presidente ai  giocatori, dal tecnico a chi ci segue con ruoli diversi e tutti importanti sono consapevoli di far parte di un gruppo. Muoverci insieme, mangiare insieme, piangere o ridere insieme è molto più importante che giocare insieme. Quando un nostro giocatore fa canestro è perché viene messo in condizioni di farlo dal gruppo, dalla squadra. Da soli,  si può al massimo giocare in una palestra dove si porta il pallone e si spengono le luci quando si va via”.
Tra pochi giorni è Natale e poco dopo si chiude anche il 2014. Bilancio?
“Che il 25 dicembre sia Natale succede da ben prima della fondazione dell’Handicap Sport- sul viso di Marinello scoppia una risata senza freno – Per tutta la grande famiglia Handicap Sport il 2014 è stato un anno fantastico ricco di gioia e soddisfazioni. Come dicevo prima si avvicina una anno dove ci giocheremo molto del nostro futuro. Come sempre accettiamo consigli. Come sempre siamo aperti a chiunque vuol darci una mano sotto ogni forma. Nessuno di noi è un manager o come si dice ‘nato imparato’. Di sbagliare siamo capaci anche da soli. Per far bene dobbiamo e vogliamo puntare su ottimi orchestrali. Di solisti e di chi mette  l’io davanti al noi possiamo tranquillamente farne a meno”.

RB