CECCO: oh, caro Beppe! La volta scorsa ti avevo detto che eri di parola ma, tanto per cambiare, è passato ancora un mese dall’ultima chiacchierata…
BEPPE: beh, mica possiamo trovarci tutte le settimane… E non per mancanza di argomenti, perchè i nostri “fornitori” non ce li fanno mancare di sicuro (e se anche mancassero ce li inventeremmo noi). Ma non possiamo far perdere tempo alla gente che lavora e che produce…
CECCO: parlare di lavoro di questi tempi suona un po’ sacrilego…
BEPPE: non volevo offendere nessuno. Ma qualcuno che lavora c’è ancora, anche se ce ne sono troppi costretti a stare ai bordi. Eh, passerà anche questa crisona… La storia è ciclica, anche se devo dire che da quando sono al mondo (e cioè da poco dopo l’invenzione della lampadina) non avevo mai vissuto momenti così difficili. Va beh, noi possiamo dare il nostro piccolo contributo ma non siamo ahimè in grado di risolvere la situazione.
CECCO: dimmi come possiamo dare il nostro piccolo contributo…
BEPPE: ad esempio cercando di non alimentare l’evasione fiscale. Come? Richiedendo lo scontrino, evitando i pagamenti in nero. Anche se mi sento un pirla quando l’idraulico mi propone uno sconto del 30 per cento a fronte di un pagamento in contanti, cioè in nero… Ma stiamo esulando, ci stiamo distraendo, non sono questi i “nostri” argomenti…
CECCO: senti, la Openjobmetis si è un po’ raddrizzata…
BEPPE: pensa se non avesse gettato alle ortiche 4 o forse addirittura 6 punti… Mah, la squadra non mi pare molto ben costruita e di questo abbiamo già parlato. E poi c’è un equivoco in regia: per me Robinson non è un playmaker, al massimo è una guardia. E forse se ne sono accorti anche sulla panchina della Openjobmetis, visto che a Caserta il finale è stato affidato a Deane, che ha risolto la situazione.
CECCO: a te Deane piace moltissimo…
BEPPE: mi spiace di non averlo visto giocare quando era giovane… Adesso è chiaramente molto limitato; in difesa, ad esempio, è un autentico colabrodo, tanto che, se fossi l’allenatore delle squadre avversarie, direi al mio playmaker di giocare sempre uno contro uno. Però si vede che Deane è un giocatore che gronda talento, che fa le cose con enorme facilità. A Caserta si è guardato intorno, ha visto gli occhi dei compagni e ha pensato di dover vincere la partita da solo. Cosa che per fortuna gli è riuscita…
CECCO: certo che il livello del gioco è pazzesco…
BEPPE: credo che la partita con la Granarolo, al PalaWhirlpool, sia stata tra le più brutte che io abbia mai visto… E quella di Caserta, per forza di cose, non poteva essere molto meglio, anche se nei fatti poi lo è stata. Ormai le cose vanno così, ne abbiamo parlato diverse volte in questi ultimi anni, l’aspetto fisico-atletico è nettamente prevalente rispetto al fattore tecnico e la tecnica non sempre riesce a sposarsi con la velocità e con la forza. O meglio, si sposa solo in alcuni casi e allora parliamo dei talenti, dei campioni, dei fuoriclasse. Gli altri sono solo giocatori, più o meno bravi, che però non possono mettere in scena spettacoli di altissimo livello.
CECCO: c’è anche chi sostiene che il tiro da tre punti stia ammazzando il basket.
BEPPE: mi pare una sentenza un po’ troppo severa e definitiva. Io penso che il tiro da tre punti rappresenti per molti una specie di scorciatoia per il successo, anche se di Morse in giro ne vedo pochissimi. La Openjobmetis è la classica squadra che fonda moltissimo sul tiro da tre punti, anche per carenze strutturali sotto canestro: se i suoi giocatori sono in giornata e infilano il canestro con percentuali superiori al 40-45 per cento, la vittoria è quasi garantita; in caso contrario, Diawara e soci sono destinati a soffrire. Però aggiungo anche che il tiro da tre punti dev’essere almeno allenato, per cui non sarà il frutto di una ricerca approfondita e dell’intelligenza applicata alla pallacanestro, però presuppone che il giocatore scarichi ogni giorno a canestro un buon numero di tiri. Come faceva Oscar, che non ricordo quante centinaia di tiri eseguisse ogni santo giorno.
CECCO: passiamo all’altro fronte: che mi dici dell’arrivo di Antonino Imborgia e del suo amico svizzero, il cui contributo economico è servito a scavallare indenni anche le scadenze economiche di dicembre?
BEPPE: dico che Nicola Laurenza è duro a morire! Ora si tratta di capire se, come mi è parso sia stato detto, quest’ultimo intervento ha messo la società tranquilla per tutto il resto della stagione o se a ogni scadenza mensile ci sarà da tremare. Sono già fioccati quattro punti di penalizzazione, che sono tantissimi, speriamo non ce ne siano altri, perchè credo che la squadra non li potrebbe sopportare. Sul piano psicologico e su quello pratico, perchè questa, seppur buona, non è una grande squadra.
CECCO: fondamentale la vittoria contro il Crotone…
BEPPE: assolutamente fondamentale. L’importanza la valuti ribaltando la questione: che cosa sarebbe successo se il Varese non avesse vinto? Un disastro…
CECCO: pensi che a gennaio ci sarà un po’ di mercato?
BEPPE: io credo di sì. Questo Imborgia è uno che conosce tutto del calcio, non faticherà a trovare due o tre rinforzi “giusti” e a buon mercato. Mi ha stupito che il giorno dopo essere arrivato, dopo avere assistito a un solo allenamento e dopo avere visto i dvd di alcune partite di Corti e compagni, Imborgia abbia perfettamente inquadrato la situazione, evidenziando pregi e difetti della squadra.
CECCO: d’altra parte, è un uomo da sempre nel calcio. E’ se uno se ne intende… E com’è la situazione della Pallacanestro Varese? Il numero dei soci del consorzio è drasticamente calato e tra i soci non sono pochi quelli che non saldano o lo fanno con ritardo. Così almeno mi dicono i bene informati. La crisi c’è per tutti, caro mio. E una crisi di freddo ci sarà anche per me se non ci salutiamo in fretta e ce ne torniamo a casa…
CECCO: bene, credo sia l’ora. Ma è anche l’ora degli auguri: buon Natale a tutti e a tutti un felicissimo 2015!
BEPPE: mi associo, naturalmente: buon Natale e buon anno a tutti quanti. Quanto a noi…
CECCO: alla prossima?
BEPPE: certo, alla prossima, con l’anno nuovo!

Cecco&Beppe